Cittadino di Camelot
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Ero inquieta... mi ero lasciata ancora una volta guidare dalla mente di Guisgard, sperando così di individuare quella nota stonata che mi segnalasse la presenza di Guxio... perché ero certa che Guxio fosse lì da qualche parte: lo avvertivo, eppure non riuscivo ad individuarlo.
Lasciai che la mente di Guisgard vagasse, dunque... lasciai che mi trasportasse con sé... lasciai che formulasse immagini e parole... ma niente di tutto ciò mi fu del pur minimo aiuto.
Cominciai ad avere paura: come potevo, infatti, tenere Guxio lontano da lui se non potevo vederlo? E perché, poi, non potevo? Dov’era?
Mi voltai e scrutai il volto del cavaliere...
Sorrideva e sembrava sereno, cosa che mi confuse ancora di più.
E poi notai l’anomalia...
A tratti infatti Guisgard guardava me e con me parlava, poi però -senza un motivo per me riconoscibile- si voltava e guardava altrove... si muoveva come se vi fosse qualcun altro lì, come se conversasse anche con qualcun altro, sebbene io non vedessi niente e non sentissi voci.
E allora compresi!
Compresi che Guxio, dimostrando un’astuzia pari solo alla sua malvagità, stava tentando la via più subdola e più terribile che si potesse immaginare... Compresi che se io non lo vedevo non significava che anche per Guisgard fosse così... Compresi che c’era poco tempo, persino meno di quanto avessi pensato!
Ma cosa fare? Cosa stava dicendo Guxio al cavaliere?
Poi, improvvisamente, la risposta...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“No, non voglio!” Urlò Guisgard nel sonno. “Non la toccherai!”
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Non fu lui a pronunciare quelle parole, eppure le udii con la sua voce da qualche parte intorno a me... si diffusero nell’aria e io potei distinguerle con assoluta chiarezza!
Mi si gelò il sangue: Guxio voleva me! Voleva me perché, se io non ci fossi stata, sarebbe stato più facile convincere il cavaliere a seguirlo... Voleva me perché, se lui avesse ceduto e mi avesse consegnata, sarebbe stato spacciato e sarebbe rimasto per sempre in suo potere...
E allora c’era un’unica cosa da fare... occorreva sorprenderlo! Occorreva sconvolgere la sua mente a tal punto da spingerlo a reagire e a trovare in sé la forza di cacciare Guxio... perché -e lo capii in quel momento- quella era la sua mente, era il suo sogno e nessuno se non lui stesso poteva opporsi al male che voleva entrarvi...
E l’idea mi balenò in mente come un lampo!
‘No!’ urlò, immediatamente la voce di mia madre nella mia testa, tanto forte che mi fece sobbalzare.
‘Devo farlo!’ le risposi.
‘E’ una pazzia... non dimenticare che tutto ciò che fai alla tua mente si ripercuoterà inevitabilmente sul tuo corpo!’
‘Se tutto va come credo...’ replicai ‘ci sveglieremo entrambi prima che sia troppo tardi!’
‘Non puoi esserne sicura!’ mi ammonì la voce della mamma ‘Dipenderà solo da questo cavaliere, e se lui non ne fosse capace... se non si rivelasse abbastanza forte per...’
‘Lo sarà!’ la interruppi ‘Io mi fido di lui!’
Così la voce di mia madre tacque.
Io, allora, concentrai tutta me stessa in quell’idea, vi entrai e la resi chiara, palpabile... tanto palpabile che un istante dopo una fitta lancinante di dolore mi colpì al fianco sinistro, tanto da farmi mancare l’aria per un lungo istante.
“Guisgard!” dissi, poi, allungando una mano verso il suo volto, in modo che tornasse a guardare me e non qualunque altra cosa fosse al suo fianco “Guisgard... lui è qui vicino e vuole farci del male! E’ Guxio! Devi ascoltarmi, devi sforzarti di credere alle mie parole... lui si dirà tuo amico, forse, ma non lo è! Guarda... guarda cosa vuole fare...”
Così dicendo sollevai l’altra mano, che avevo tenuto stretta sul fianco ferito e la mostrai al cavaliere... era piena di sangue, così come il mio abito, sul quale una macchia rossa si stava allargando rapidamente.
“Solo tu puoi combatterlo, Guisgard! Non cedere alle sue lusinghe, ti prego, non credere a quello che ti dice...”
La terra tremò appena sotto i miei piedi e per un istante vacillai... probabilmente la ferita doveva essersi aperta anche sul mio corpo, proprio come aveva detto la mamma, rendendomi più debole... ora sarebbe stato più difficile mantenere quel contatto, più sangue perdevo e più sarebbe stato difficile...
“Non abbiamo molto tempo...” mormorai, la voce leggermente tremante “Rifletti... Ricorda... Ricorda la nostra fuga... Ricorda le martiri... Ricorda Gila... Tu puoi sconfiggere Guxio, io so che puoi! Io credo in te!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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