In un assolato giorno di primavera, Gaynor era intenta a raccogliere fiori nel giardino del suo castello ad Imperion. Elinor era immancabilmente vicino a lei, mentre Duncan era impegnato con dei cavalieri suoi ospiti. La ragazza si sentiva malinconica e nemmeno prestava attenzione alle belle fresie che profumavano l'aria, strappandole dal terreno con fare distratto. Duncan le aveva chiesto di restare nei paraggi nel caso ci fosse stato bisogno della sua presenza, per cui era escluso che potesse allontanarsi per raggiungere la "sua" collina, luogo in cui amava rifugiarsi nei momenti di tristezza. Anche Elinor scalpitava, desiderosa di correre in libertà...
"Cara amica mia" disse Gaynor rivolgendosi ad Elinor, viaggiando sulla spumosa scia dei propri pensieri "purtroppo qui è tutto un disastro, io stessa sono un disastro..."
D'improvviso, una voce sconosciuta la fece sussultare: "Nulla io vedo che non sia perfetto..."
Gaynor si girò e vide a pochi passi un cavaliere appoggiato al tronco di un albero, che la guardava con un'aria tra l'indolente e l'affascinato... I suoi capelli erano bruni, mentre gli occhi erano dello stesso colore del cielo terso di quel mattino di primavera...
Improvvisamente, Gaynor si ridestò dal quel ricordo lontano, chiedendosi per quale motivo le fosse tornato alla mente, in un momento in cui giocava per la propria vita e quella dei suoi compagni.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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