Quella voce, musica angelica, quasi un'antica traccia della sua perduta essenza divina...
Morven era ancora stordito. Non era ancora riuscito a comprendere a pieno quel mistero. Tuttavia sentiva che dentro il cuore qualcosa lo incanzava. Bizzarro, ma forse si trattava della spada stessa. Come se Samsagra, una volta liberata, lo spronasse e lo incitasse all'azione. Come un falco troppo tempo tenuto al laccio, la spada voleva che il suo padrone la lanciasse.
Attese in silenzio, con gli occhi socchiusi, che la benedizione di quel saggio cavaliere scendesse su di lui... per un istante gli parve quasi un'investitura! Quell'investitura che tanto desiderava, al punto da aver lasciato la sua casa e il suo paese, ed essersi inbarcato in quella misteriosa avventura pur di riuscire finalmente ad ottenerla... l'investitura a cavaliere... ma forse, lo sfiorò quel pensiero, ciò che ho appena ottenuto in questa casa, è molto, molto di più!
Si rimise in piedi, sorrise al vecchio cavaliere.
"Grazie, signore, per tutto quello che avete fatto per me... mi avete restituito la vita e la salute... e poi mi avete fatto un dono che va ben oltre ogni immaginazione... mi avete mostrato la strada per realizzare il mio sogno, e avete armato la mia mano in modo che io possa realizzarlo! L'uomo cui io devo tutto questo potrà chiedermi in cambio qualsiasi cosa, oggi e in ogni giorno a venire, finchè avrò vita e respiro!"
Quindi con un cortese cenno del capo chiese congedo, e l'ultima grazia che gli fosse dato un cavallo, per poter riprendere la sua strada all'interno del bosco.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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