Goldblum fissò l'oggetto che Morven gli stava porgendo.
"Non dategli quell'arma!" Disse uno dei cavalieri presenti. "Potrebbe tentare di liberarsi!"
Ma Belven lo zittì.
Goldblum allora prese l'arma dalla mano di Morven e la fissò nella sua cintura, accennando un velato sorriso, come a volerlo ringraziare.
Poi si voltò verso Cavaliere25 e accarezzò la mano che il giovane arciere gli avevo messo sulla spalla in segno di affetto.
"Dici di trovarti meglio da solo..." prese a dire Belven a quel nano "... eppure questo comportamento è strano per uno della tua razza."
"Non lo è..." rispose mestamente Goldblum "... meglio soli che insultati e detestati da tutti..."
"Cosa intendi dire?" Chiese Belvan.
"Nel mio villaggio... sono considerato un vile, un vigliacco... ed io non posso sopportarlo... mio padre... mio padre ha passato la sua vita ad addestrarmi per fare di me un grande guerriero... ma per la mia gente io sono solo un poco di buono..."
Ed amare lacrime scesero sul suo volto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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