Guisgard sentì i passi di Morven mentre si allontanava.
Non smise di suonare, ma avvertì una strana sensazione.
Una sensazione già provata tante volte in passato.
La musica della sua ocarina.
Malinconica, inquieta, sognante.
Suonare dove nessuno può darti conforto.
Suonare come chiamare a sè chissà cosa o chissà chi.
Ma chi avrebbe risposto a quella musica?
Forse nessuno.
In fondo solo lui e la sua ocarina comprendevano quel linguaggio.
"Voglio ripartire al più presto..." pensava mentre suonava "... non voglio restare oltre in questo posto..."
Intanto, al palazzo reale di Cartignone, tutto era pronto.
Belven diede ordine che tutti i suoi si radunassero per partire alla volta del bosco, con l'intento di perlustrarlo col favore del giorno.
"Col vostro permesso, milord..." disse Belven a Frigoros "... noi partiremo per cercare indizi e tracce nel bosco. Il giorno ed il nostro numero, insieme al valore ed al coraggio, ci metteranno al sicuro dai pericoli che potrebbero attenderci."
"Si, avete il mio permesso..." rispose il principe "... ma fate attenzione... ormai è chiaro a tutti che nel bosco dimora qualcosa di tanto misterioso quanto terribile..."
"Non temete, milord, torneremo presto." Lo assicurò il cavaliere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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