Visualizza messaggio singolo
Vecchio 15-10-2010, 00.30.11   #181
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard era nervoso ed inquieto.
Non aveva digerito le parole di quelle due dame.
"Al diavolo questo posto ed i suoi drammi!" Pensò. "Non è una mia causa. Non voglio battermi per ciò che non mi riguarda! Voglio andarmene da qui... lontano, lontano..."
Senza badarci si era praticamente spinto oltre le mura, verso il bosco, quando, all'improvviso udì dei rumori.
Un pianto confuso, un respiro rotto.
Raggiunse una piccola radura irregolare e si accorse di qualcosa.
Tre misteriose figure attorno ad un albero stretto e cavo.
Nell'albero c'era qualcuno e le tre figure cercavano di farlo uscire.
"Aiuto... no!" Gridò una voce dall'abero.

La notte.
Buia e misteriosa.
La foresta, vasta ed oscura.
L'una persa nell'incanto dell'altra.
Ad un tratto quacuno uscì dall'oscuro manto della foresta.
Era un cavaliere.
Conduceva con se una ragazzina, tenendola per mano e trainava dietro di se il suo mantello, piegato come un sacco.
Attraversò la strada principale e fu intravisto da Elisabeth e Arowhena.
Giunse al palazzo reale proprio mentre tutti erano alle prese con i loro discorsi.
"Lasciatemi passare..." urlò alle guardie il cavaliere "... il vostro signore vi ringrazierà..."
Entrò nella sala e lasciò il mantello ai piedi del trono di Frigoros.
"Qui c'è qualcosa che forse vi interesserà." Disse Guisgard. "C'è un medico? Questa ragazzina ha bisogno di cure."
La teneva per mano.
Lei tremava e non diceva nulla.
Era sporca e le vesti erano strappate.
Fissava il vuoto e sembrava assente.
Si avvicinarono alcuni paggi per portarla dai medici del principe, ma la garazzina, spaventata si strinse a Guisgard.
"Ehi, piccola, va tutto bene..." la tranquillizzò lui "... vuoi andare con loro?"
La ragazzina scosse il capo.
"Vuoi che venga con te?" Chiese con dolcezza lui.
Lei annuì.
"Andiamo..."
Fece cenno ai paggi che gli fecessero strada verso le stanze dei medici.
Ma mentre si incamminava si voltò verso Frigoros:
"Nel mio mantello trovere un bell'esemplare della fauna dei vostri boschi..." disse "... ah, non è un bello spettacolo..."
E prima di uscire fissò Talia, ricordandosi delle sue accuse di poco fa.
Accennò un sorriso beffardo e andò dietro ai paggi.
Belven allora si avvicinò al mantello e ne scoprì il contenuto.
Vi era avvolto un uomo magro ma muscoloso.
Alto e seminudo.
Era abbigliato con un semplice sottanino bianchissimo, stretto in vita da una cordicella, nella quale era adagiato un lungo pugnale.
Il capo era rasato ed una fascia girava intorno alle sue tempie.
Sul petto aveva strani segni, che rappresentavano parole della lingua celtica.
"Bontà divina!" Esclamò Belven. "Chi sarà mai questo?"
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso