"Certo, mia signora!" Disse il locandiere ad Elisabeth. "Ora vi cercherò anche un tavolo..."
Capitò così un tavolo proprio accanto ad uno dove alcuni uomini giocavano ai dadi.
"Posso farlo! Posso farcela a fare tre!" Grdidò uno di loro. "Stramaledizione!" Inveì, Guisgard, poi dopo aver fallito il lancio.
"Non badateci tanto, vi dico, signore.
Sfortunato al gioco, fortunato in amore!" Tentò di consolarlo Iodix.
"Ehi, tu gaglioffo..." intervenne all'improvviso uno dei presenti "... ho visto come guardi mia miglie, cosa credi!"
"Quella è tua moglie?" Chiese Guisgard. "Non può essere... sei troppo brutto!"
Anche la tua faccia ti sembrerà tale dopo che ci avrò messo le mani su, maledetto!"
"Ehi voi!" Gridò il locandiere. "Fermi, vi dico! Andate fuori a risolvere le vostre beghe!"
"Andiamo, Buaven. Non ne vale la pena!" Dissero alcuni dei presenti al marito geloso.
"Un giorno me la pagherai, cane!" Minacciò questi.
"Quando vuoi, mio tenero Otello!" Rispose Guisgard. "E tu che mi ritenevi fortunato in amore..." disse poi rivolgendosi a Iodix.
"Ora dirò, il dado, la taverna, la donna,
i veri guai, sono attorno ad una gonna!"
Un attimo dopo una spada fu posata sul tavolo davanti a Guisgard.
Ed un giovane cavaliere cominciò a fissarlo con attenzione.
"Ancora tu? Vattene, ragazzo, oggi non ho tempo per te..." disse Guisgard a Morven.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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