Morven seguì il suo capitano fino al palazzo senza fiatare. Non disse più nulla sull'accaduto, e annuì con obbedienza agli ordini impartiti. Ma appena fu lontano dallo sguardo di Belven, senza por tempo in mezzo, sgattaiolò fuori dalle mura del palazzo e ripercorse la strada a ritroso, lungo le stradine della città. Nel tornare non gli era sfuggito, infatti, che proprio in quel momento, nella taverna, quel cavaliere incontrato nel bosco teneva banco, giocando rumorosamente a dadi con i suoi compagni.
Morven non sapeva bene perchè stesse andando... Voleva sfidarlo? Voleva parlargli? O forse, più semplicemente, voleva solo osservarlo?
Era stato colpito dai suoi modi, così inusuali per un cavaliere. Egli aveva di certo mostrato coraggio, abilità con la spada, onore e generosità nel salvare la fanciulla... tutte doti che Morven ammirava nei cavalieri, e che voleva imitare e superare... ma quell'uomo sembrava possedere un secondo lato, che non era in luce... era arrogante e sembrava vivere al di sopra delle regole... al di sopra delle regole... questa idea attirava il lato inquieto del giovane Morven!
Così, per questo motivo, egli si precipitò dentro la locanda, senza ancora un'idea chiara di ciò che avrebbe fatto. Entrò spalancando la porta, si diresse dritto dritto verso il cavaliere che stava giocando a dadi, posò la sua spada corta sul tavolo proprio davanti a lui e lo fissò con uno sguardo provocatorio e diretto, senza dire una parola.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
Ultima modifica di Morrigan : 13-10-2010 alle ore 01.29.46.
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