Intanto, poco distanti, in un angolo inaccessibile della foresta, Guisgard era in balia di demoni e fantasmi.
Appena colpita, la falsa Talia svanì come un incanto.
"Elisabeth..." sussurrò Guisgard... non ce la faccio... è troppo per me..."
E ripensò al suo maestro...
Solo il vento dominava in quella radura...
L'antica cappella con l'immagine di San Cristoforo sembrava vegliare su di loro...
"Non vi è un solo nemico, ragazzo mio..." disse il vecchio maestro mentre menava colpi col suo bastone di legno "... e tu devi sempre saperli riconoscere..."
"Cosa intendete, maestro?" Chiese il giovane Guisgard, intento ad evitare i suoi colpi.
"I tuoi nemici" rispose il maestro "possono essere di questo mondo... o dell'altro..."
"E come farò a riconoscere il mio nemico?"
"Se potrai vederlo allora potrai batterlo... ma se si celerà in te, allora dovrai prima cercarlo per poi vincerlo..."
"Cosa vuol dire?" Ma nel chiedere, l'apprendista cavaliere si distrasse ed un colpo di bastone lo spinse a terra.
"Mai abbassare la guardia!" Lo rimproverò il maestro, tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi...
"Elisabeth..." disse Guisgard "...devo trovare Cosimus..."
Cominciò allora ad avanzare tra la nebbia, quando intravide qualcosa.
Una figura.
Era di nuovo Talia.
Gli sorrideva.
Aprì le braccia e con un delicato gesto lo chiamò a sé.
Guisgard si avvicinò alla ragazza.
In quel momento il volto di Elisabeth fu quasi visibile ed una scia luminosa, per un attimo, illuminò quella nebbia.
Era la fatina Empi.
Talia si avvicinò, ma Guisgard, all'improvviso, le puntò la spada al petto.
"Non sei lei..." disse.
Un attimo dopo quell'illusione svanì nel silenzio della nebbia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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