"Siamo una semplice famiglia di contadini" disse la zia a Polgara mentre le porgeva dell'acqua "e aiutare chi è in difficoltà è un dovere di ogni buon cristiano."
"Venite, milady..." intervenne Tisson "... andiamo a prendere il mio cavallo cosi che possa accompagnarvi fino a casa vostra."
E quando giunsero nel fienile Tisson prese a dire:
"Che sbadato! Ho dimenticato la mia spada! Vado in casa a prenderla. Un momento e sarò di ritorno."
Ma mentre Polgara attendeva il ritorno del falso Guisgard, con rapido e silenzioso gesto, all'improvvisò qualcunò alle sue spalle la immobilizzò, puntandogli un pugnale alla gola.
"E sia..." disse la voce alle sue spalle, che era stavolta del vero Guisgard "... una bella donna, con fare sicuro e per niente intimorita, arriva qui e dice di essere stata assalita dai briganti..."
Allora l'uomo fece scorrere la sua mano nella veste di Polgara, quasi ad accarezzarle la pelle, fino a raggiungere le armi che la donna nascondeva nel vestito.
"E queste, milady?" Chiese Guisgard. "Strano che non le abbiate usate per intimorire quei briganti! E sia, la commedia è durata già troppo per i miei gusti! Chi siete? Una spia? E magari vi mandano gli stessi che hanno rapito Talia! Ora mi direte tutta la verità, o anche se siete una donna giuro su quanto ho di più sacro che vi taglio la gola!"
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|