Discussione: Il Ritratto del Bacio
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Vecchio 20-07-2010, 20.19.14   #14
Guisgard
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IL RITRATTO DEL BACIO

V


Così, dal giorno seguente e per i successivi 3 mesi, l’artista si recò ogni pomeriggio davanti a quel convento, dove vi trovò, come d’accordo, la fanciulla ad attenderlo.
Ella sembrava essere davvero l’ispirazione che il pittore aveva cercato così insistentemente per la sua opera.
La ragazza appariva come modella ideale per quel ritratto, come se il duca, nell’accennare al pittore i suoi sogni, avesse avuto in mente proprio lei.
E così, giorno dopo giorno, il volto, l’espressione e l’immagine tutta di quella fanciulla, prendevano forma sulla tela dell’artista.
Ma egli, guardandola, cercava di andare oltre.
Di imprimere ossia qualcosa di etereo, astratto, mutevole e sfuggente nella sua opera.
Qualcosa che andasse oltre ciò che si poteva vedere.
Come se quella ragazza, e l’artista di questo ne era certo, possedesse un che di misterioso, enigmatico, indecifrabile.
Egli lo avvertiva da ogni piccolo gesto, della fanciulla, dai suoi sospiri, dai suoi sguardi, dalle parole solo apparentemente accennate, dalla perenne grazia dei suoi modi.
Quella fanciulla sembrava incarnare una bellezza lontana, incorporea, a tratti ideale.
L’artista comprese sin dal primo momento in cui cominciò a ritrarla, che il suo vero compito era quello di raccogliere e fissare, per sempre, la vera bellezza di quella fanciulla sulla sua tela.
E se vi fosse riuscito, allora avrebbe soddisfatto in pieno le richieste del duca.
“Che cosa curiosa.” Disse all’improvviso, rompendo il silenzio che regnava fra loro, mentre la ritraeva.
La ragazza lo fissò con la coda dell’occhio senza dire nulla.
“Sono mesi che ogni giorno ci incontriamo qui” continuò a dire l’artista “eppure non conosco ancora il vostro nome.”
“Ha importanza per voi questo?” Chiese lei.
“Non hai fini della mia opera.” Rispose lui. “Ma non trovate singolare tutto ciò?”
“Di cosa parlate?”
“Nel fatto che io di voi non sappia nulla.”
“Neanche io so nulla di voi.” Rispose lei.
“Qualcuno un giorno” continuò lui “potrebbe chiedermi il nome della ragazza ritratta.”
“Cos’è in realtà un nome…” disse lei “... se non un richiamo per qualcosa di più profondo…”
“Qualcuno pensa che un nome racchiuda l’essenza di una persona.”
“Forse…” accennò lei.
“Non vi attira la fama?” Chiese lui.
“La fama?” Ripeté lei. “E come potrebbe riguardarmi? Sono solo una semplice ragazza come tante altre.”
“Apparirete nel ritratto destinato al palazzo ducale.” Disse lui. “Molte persone lo vedranno e tanti altri artisti cercheranno, guardandolo, spunto ed ispirazione.”
“Non so di queste cose.” Rispose lei candidamente. “Ma se volete vi rivelerò il mio nome.”
“E’ ormai prossimo il crepuscolo” disse lui “e non si dovrebbe sussurrare un nome quando il giorno volge alla fine. Sarebbe cattivo auspicio.”
“Credete?” Chiese lei.
“Almeno così” rispose lui, mentre dava alcuni accorgimenti al tratto della sua opera “soleva raccontarmi spesso mia nonna.”
La ragazza sorrise senza dire nulla.
“Ecco, anche per oggi abbiamo terminato.” Disse l’artista. “Ci ritroveremo allora domani.”
“Domani?” Ripeté lei vagamente turbata.
“Si, come ogni giorno.” Rispose lui. “Avete forse impegni o impedimenti per domani?”
Oh, no… nulla…” rispose lei destandosi da qualche suo pensiero e scuotendo il capo. “Sono sicura che ci sarà dato altro tempo.”
“Parlate della madre superiora?” Chiese lui. “Tranquilla, se sarà necessario farò richiesta al duca in persona e vedrete che la madre superiora acconsentirà di buon grado.”
La ragazza sorrise teneramente.
Poi, come ogni giorno verso quell’ora, i due si salutarono, dandosi appuntamento al giorno seguente.
Il pomeriggio successivo però, con vivo stupore dell’artista, per la prima volta dopo 3 mesi, la ragazza non era lì ad attenderlo.


(Continua...)
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