Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 09-07-2010, 01.09.35   #207
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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ARDEA DE' TADDEI

“Tu ti potrai provar, se ne hai pur voglia;
ma guarda ben che mal non te ne coglia.”
(Luigi Pulci, Morgante, X, 42)


I due penetravano sempre più, attraverso quell’alberata strada, nelle terre di Casorre.
Il cielo era perennemente grigio e la pioggia, come un umido mantellino, copriva ora una parte, ora un’altra di quella campagna.
E più i due viaggiatori penetravano tra i fitti alberi, che come miliari segnavano il tragitto, più quella folta gabbia sembrava volerli inghiottire per poi chiudersi alle loro spalle, come ad imprigionarli in quell’astratto scenario.
Ed ogni scudo, posto su ciascun singolo albero, rendeva ancor più inquieti gli animi dei due viandanti.
“Non so perché” prese a dire Biago “ma avverto qualcosa di sinistro in questo luogo.”
Ardea non rispose nulla, intento com’era a scrutare ogni angolo di quel posto.
Ad un tratto i due giunsero in un piccolo ed irregolare spiazzo, circondato da cespugli e alberi tranne che in un lato, dove si apriva una viuzza dissestata.
Ai bordi di questa vi erano due figuri, sgradevoli nell’aspetto quanto nei modi.
Erano seduti sul bordo della viuzza e consumavano avidamente un rinsecchito pasto.
“Che posto è questo?” Domandò ai due Ardea.
“Questa è Casorre, messere.” Rispose uno dei due.
“E questi scudi, posti per almeno quattro miglia di alberi, a chi appartengono?”
“A chi appartenevano, dovreste dire, milord!” Rispose il figuro.
“Tutti morti?” Chiese Ardea.
“Non direi, mio signore.” Rispose divertito il figuro. “Dite piuttosto sgozzati e ridotti a cibo per cani ed uccelli!”
“Chi ha fatto questo?” Chiese Ardea stizzito.
“Giungete da contrade assai lontane, milord, se ponete una simile domanda!” Rispose il bifolco.
Ardea lo fissò.
“Questi scudi” aggiunse il rustico individuo “appartennero a gran cavalieri, alcuni dei quali duchi e marchesi.”
“Ed anche conti!” Intervenne l’altro figuro.
“Hai ragione, vecchio mio... anche conti!” Disse l’altro ed entrambi scoppiarono a ridere.
“Badate, villani, che sto perdendo la pazienza!” Tuonò Ardea.
“Non vi alterate, mio signore!” Disse il primo villano. “Non è il caso, credetemi!”
“Quindi questi scudi” chiese Ardea “sono cimeli di duelli?”
“Si” rispose il primo bifolco “ed ora sono trofei per il nostro padrone!”
“Chi è il vostro padrone?” Chiese incuriosito Ardea.
“Egli è un gran cavaliere, mio signore.” Rispose il primo bifolco.
“Forse il più grande mai nato!” Rispose il secondo.
“Sicuramente il più feroce e violento!” Aggiunse il primo.
“Sembra abbia una gran passione per i duelli.” Intervenne Biago.
“Forse è attratto dalle ricchezze dei suoi avversari.” Disse Ardea.
“No, mio signore!” Esclamò il primo bifolco. “Egli è un uomo ricco, essendo il signore di tutta Casorre!”
“In realtà” aggiunse l’altro “egli è attratto dalle contese. Adora sopraffare gli altri, gettandoli nel disonore e nella vergogna... per poi trucidarli tra mille sofferenze.”
Ardea e Biago si scambiarono un veloce sguardo.
“E come può” prese a dire Ardea “un simile uomo definirsi cavaliere!”
“E’ il diritto che gli da la sua forza!” Rispose il bifolco.
“Il vostro padrone” disse Ardea “è solo un folle sadico e sanguinario. E un simile individuo disonora la cavalleria ed i suoi più alti valori!”
“Perché allora non lo sfidate voi, mio signore?” Chiese con un ghigno il villano.
“Ricorda che siamo diretti a Casorre” intervenne Biago “e non possiamo fermarci a sfidare ogni cavaliere che incontriamo.”
“Io non lo definirei un cavaliere colui che sfida i suoi avversari solo per amore della violenza!” Sentenziò Ardea.
“Non discutete su questo!” L’interruppe il bifolco. “Nessuno può entrare o uscire da Casorre senza aver sfidato e vinto il nostro signore!”
“E questo” intervenne l’altro bifolco “non è mai accaduto!”
Ed entrambi scoppiarono in una grassa e grottesca risata.
Ardea allora fissò Biago per alcuni istanti senza dire nulla, mentre tutto intorno a loro sembrava etereo ed incantato a causa di quel perenne manto d’umidità, che pareva eternamente adagiato sulla misteriosa ed inquieta contrada di Casorre.



(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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