Tutti loro avevano deciso: sarebbero partiti alla volta della selva, per ritrovare i propri compagni.
Così il cortese e valente Hastatus guidò quell'eroica compagnia.
Con lui c'erano Llamrei, Rainbow, insieme a Talia ed al suo amato Ermaus.
"Ehi, aspettatemi!" Gridò all'improvviso una voce. "Volete lasciarmi qui? Ci sono anche io! E verrò con voi, mi venisse un accidente!"
Era il vecchio Guidon.
Così, tutti loro, lasciarono il castello per ritornare nella selva misteriosa.
Alla cappella, intanto, il Cavaliere Bianco reclamava il proprio compenso.
"Questo è un affare tra me e lui!" Disse fissando Elisabeth e Polgara. "Ora avrò la vita di questo cavaliere, poi, chi vorrà, potrà darmi anche la sua!" E rise come a volersi beffare dei loro nobili propositi.
"Polgara, sei pazza!" Gridò Guisgard. "Sei sempre la solita! Credi di poter decidere e fare come meglio credi!"
La prese per i polsi ed aggiunse:
"La tua vita è troppo preziosa! Devi custodirla come un inestimabile tesoro! Se oggi morissimo entrambi non resterebbe nulla del nostro amore! Torna al castello con gli altri!"
"Rallegratevi, cavaliere..." disse il Cavaliere Bianco a Guisgard "... sembra che sia cara a molti la vostra vita. E la vostra dama è pronta a concedere anche l'anima per voi... siete fortunato. E' un peccato che dobbiate morire!"
"Poche chiacchiere, cavaliere." Rispose Guisgard. "Prendete ciò che è vostro e chiudiamo qui questa faccenda."
Il Cavaliere Bianco allora sguainò la spada ed indicò a Guisgard di chinare il capo.
Questi si si inginocchiò col capo chino, mentre il Cavaliere Bianco alzò la spada pronto per colpirlo.
"Un momento, cavaliere!" Chiamò una giovane voce. "Reclamate ciò che non vi spetta!"
Era il fanciullo dai riccioli biondi.
E nel vederlo il Cavaliere Bianco accennò un inchino in segno di osservanza.
"A chi avete promesso la vostra vita, cavaliere?" Chiese il fanciullo a Guisgard.
"Al Cavaliere Bianco, detto dell'irrazionalità." Rispose questi.
"E qual'è il vostro nome, cavaliere?" Chiese poi il fanciullo al Cavaliere Bianco.
"Sono il Cavaliere Bianco, detto dell'istintività e servo di Amore."
"Allora, la vita di costui non vi appartiene." Sentenziò il fanciullo.
Guisgard si lasciò quasi cadere a terra per lo stupore.
"Grazie... sono tuo debitore ragazzo..." Disse con la voce ancora stravolta.
In quel momento la campana della cappella suonò a festa e l'albeggiare illuminò la selva, che a poco a poco vide la nebbia svanire.
Guisgard allora strinse forte Polgara, come se lo facesse per la prima volta.
Ed accortosi poi della presenza di Cavaliere25 lo chiamò a sè, abbracciandolo come solo un fratello poteva fare.
"L'alba..." disse il monaco avvicinandosi ad Elisabeth "... al suo spuntare nulla può restare indifferente... proprio come quando Amore si affaccia nella vita di ognuno di noi. Tutto si è risolto per il meglio." E le sorrise teneramente.
Così tutti loro uscirono dalla cappella.
Guisgard uscì per ultimo. E solo dopo aver ringraziato l'Arcangelo Michele.
Di lì a poco incontrarono gli altri che venivano dal castello.
Finalmente la compagnia si era ritrovata.
"Amore vince su ogni arte e disciplina,
perchè tutto è colmo della sua dottrina!
E Così, tra canti, gioia e felicità nel cuore,
esultiamo per aver vinto il Doloroso Amore!"
Recitò il menestrello, inchinandosi e ringraziando tutti voi per aver letto e sognato insieme a noi.