Notte silenziosa questa, fatta di poche stelle e del profumo selvatico della bassa boscaglia.
Camelot dorme e forse sogna.ù
Solamente la taverna ancora tiene aperto il proprio uscio, al chiarore vago delle candele.
"Per Diana..." dico entrando "... sembra sia Domenica sera!" Esclamo, slacciandomi il mantello. "Lo stesso silenzio e la medesima malinconia di quando da piccolo avvertivo l'arrivo del Lunedì!"
"Prego, sir Guisgard!" Con fare pomposo il taverniere. "Erano giorni che non vi si vedeva qui a Camelot! Scaldatevi accanto al focolare, milord! Datemi un istante per buttar giù dal letto quel pelandrone del garzone, così che si occupi del vostro cavallo! Lo stesso farò con mia moglie e con la mia figliola, in modo che mettano sul fuoco un buon stufato e delle verdure! Io poi scenderò in cantina per scegliere una buona bottiglia da stappare!" Teatrale lui.
"Cosa si racconta qui nel reame?" Io scaldandomi davanti al camino.
"Oh, nulla di che, milord! Sono stati giorni tranquilli, persino assonnati direi." Risponde il taverniere. "Voi invece cosa ci raccontate, milord?"
"Io?" Ridendo io. "Nulla racconto, vecchio mio! Anzi, sono qui per udire qualche storia, di quelle che solo Camelot sa narrare!"
"Allora, con vostra licenza, appena mia moglie e mia figlia avranno preparato da mangiare e io preso la miglior bottiglia della mia cantina, saprò io raccontarvi una vecchia storia! Una storia a cui però manca ancora il finale, milord!" Divertito.
"Sono le mie preferite!" Io facendogli l'occhiolino. "Adoro dare un finale e un titolo a una storia!"
