Nessuno dei presenti mosse alcuna richiesta a Cembelus: il cavaliere sembrava piuttosto irritato per la presenza delle guardie che non si erano allontanate di un millimetro dal suo fianco, le due dame erano rimaste in silenzio. Una delle due, quella che era entrata per seconda, mi sorrise e io le ricambiai il cenno di saluto, per un momento mi parve che i suoi occhi si concentrassero su di me, tuttavia alle parole del padrone del castello mi sembrò sorpresa e spaventata. Che cosa stava avvenendo?
Mi rivolsi così a Cembelus: “Non c’è niente che voi possiate darmi, signore, che io già non abbia ricevuto!” dissi in tono cortese ma senza abbassare lo sguardo “Poiché persino la vita, che mi fu tolta proprio tra queste mura, mi è stata restituita da colui che voi chiamate nemico: messer Amore.”
Spostai poi gli occhi su Ermaus, cercando i suoi: volevo che percepisse tutto l’amore che ancora mi legava a lui, volevo che avvertisse il mio spavento verso Heylde e Cembelus, doveva sentire che quel luogo - e solo quel luogo - era nocivo per noi.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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