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Vecchio 14-03-2022, 03.38.01   #10516
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Lezione 1...
Quel giorno lui non andò a scuola.
Lei guardò il banco vuoto per tutta la mattina, tra l'ora di storia, fino a quella di matematica.
Era una bella giornata di Sole e dalle ampie finestre dell'aula la luce sfolgorava e fissare fuori, nel cortile e poi nel giardino dell'istituto, faceva solo venire una gran voglia di correre via, giocare e passare il tempo all'aria aperta.
Quando la campanella suonò per la fine delle lezione parve essere una liberazione.
Li uscì dalla scuola con alcune amiche, ma non aveva voglia di fare con loro la strada verso casa.
Chiacchieravano di tutto e di nulla e forse a lei semplicemente non andava di parlare.
Trovò una scusa, le parve una buona idea, una bella trovata e così ebbe modo, con una bugia, di lasciare le amiche e imboccare un vicoletto per continuare da sola il tragitto.
Ma non verso casa.
Lezione 2...
Camminava tra gli olmi che fiancheggiavano la strada, passando davanti alle vetrine e gettando sguardi distratti sulla sua immagine riflessa sui vetri.
Pian piano arrivò in periferia, davanti a quella vecchia officina abbandonata e piena di ferri vecchi, di attrezzature ormai in disuso e macchinari fermi da tempo.
La saracinesca era quasi tutta abbassata, in modo che un ragazzino potesse passarci sotto ed entrare nell'officina.
Lei arrivò davanti all'officina, si abbassò e a gattoni entrò.
Lui era lì, con diversi aggeggi in mano, come rapito tra ciò che la sua fantasia si prometteva di fare e quei giochi che prendevano forma davanti ai suoi occhi sognanti.
“Ehi...” disse lei.
Li si voltò di scatto.
“Ehilà.” Fissandola.
“Oggi mancavi solo tu a scuola...”
“Si?”
“Si... c'erano tutti... abbiamo presentato le autorizzazioni per la gita...”
“Deto così sembra fantastico.” Lui continuando a montare dei pezzi meccanici arrugginiti.
“Non lo è?”
“Non so, io non c'ero...”
“Si, lo so...”
“Sto bene senza altri intorno.”
“Anche senza di me?” Lei di getto.
Lui si fermò e la guardò.
“Tu andrai a quella gita?”
“Credo di si...”
“Allora sarai in buona compagnia.” Lui tornando a concentrarsi su quei pezzi meccanici.
“Che pensi?”
“Riguardo a cosa?”
“Non so...”
“Niente di particolare.”
“Che fai?” Domandò lei.
“Mi costruisco un'armatura.”
“Un'armatura?”
“Si.”
“Come un cavaliere?”
“Forse... o come un robot.”
“Perchè?”
“Perchè i robot non hanno sentimenti, non pensano a nulla e fanno solo ciò per cui sono stati costruiti.”
“E cosa farai quando avrai la tua armatura?”
“Alla fine nulla...” mormorò lui “... credo che alla fine sarà solo un grosso giocattolo...” facendo cadere a terra la chiave inglese “... quando ci sarà la gita?”
“Domani sarà l'ultimo giorno di scuola” rispose lei “e dopodomani partiremo. E tu?”
“Io cosa?”
“Tu cosa farai questa Estate?”
“Non mi è mai piaciuta l'Estate...” lui a lei “... tutto è di passaggio... i turisti, i costumi, le angurie e persino gli amori... odio tutto ciò che non dura per sempre...”
“Io devo tornare a casa...”
“Ok.” Annuì lui.
“Tu?”
“Io cosa?”
“Resterai ancora qui?”
“Si, devo finire l'armatura.”
“Poi la vedrò?”
“L'Estate durerà abbastanza?” Fissandola negli occhi.
Lezione 3...
Quella mattina la redazione era più caotica del solito.
C'era un via vai tra stagiste, inservienti e cronisti, come se tutti avessero qualcosa da fare e nel farla si pestavano i piedi a vicenda.
Ma soprattutto quella mattina il direttore era più di cattivo umore de solito.
Certo, tutti ormai in redazione erano abituati al suo essere lunatico, al suo cambiare idea e opinione come il vento, senza dimenticare i suoi sarcastici scatti d'ira, in cui si rivelava essere poco sensibile e persino sessista.
“Il direttore è ancora di umore nero...” una delle stagiste a lei “... speriamo migliori durante il giorno perchè è già insopportabile...” sbuffando.
Lei rise.
“Ah, dimenticavo...” la stagista tirando fuori dei fogli “... il direttore vuole un articolo su questo... è ormai sulla bocca di tutti...”
“Mostro misterioso terrorizza la città...” lei leggendo il titolo su quei fogli “... ah, il giustiziere...”
“Il fanatico direi.” Ironica la stagista “...secondo il direttore è un egocentrico, un mitomane, insomma una sorta di vigilantes che potrebbe un giorno diventare pericoloso per tutta la città.”
“Perchè mostro?” Lei guardando quei fogli.
“Beh, le poche descrizioni che ci sono parlano di... parole testuali... una creatura che appare di notte, forse uno spettro o magari un demone...”
“Che sciocchezze!” Esclamò lei. “Beh, raccoglierò informazioni e ci farò un articolo.”
“Figurati, pare che un teppista gli abbia persino sparato, senza neanche scalfirlo.” Avvicinandosi la stagista. “Che abbia poteri soprannaturali?” Teatrale.
“Dai, scema!” Lei, per poi ridere, seguita dalla divertita stagista.
“Non parlare mai di poteri paranormali!” Ridendo la stagista. “Secondo il direttore è solo un trucco per simulare l'invulnerabilità e spaventare i criminali! Infatti per il direttore quel tipo indossa una sorta di armatura che lo protegge dai proiettili!”
“Un'armatura?” Lei smettendo di ridere.
“Si, come quella di un cavaliere!” Ridendo ancora la stagista.
“O... come un robot...” mormorò lei, pensierosa “... senti, dì al direttore che prendo io l'articolo, ok? Raccoglierò informazioni e lo scriverò. Roba da prima pagina, da premio Afrulizer!”
“Wow! Non ti facevo così motivata!” Sorpresa la stagista.
“Beh... mi piace svelare i misteri!” Facendole l'occhiolino lei.
“Beh, ti consiglio di cominciare subito allora” andando via la stagista “visto che il nostro misterioso giustiziere potrebbe finire in un agguato di qualche criminale e non durare molto.”
“No...” lei ponendo i fogli nella sua borsa “... non sarà come l'Estate... durerà...” sottovoce lei, abbandonandosi a vecchi ricordi di scuola.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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