Il viaggio era stato alquanto piacevole.
Dovevo ammettere che l'umanità aveva fatto passi da gigante negli ultimi secoli, in fatto di spostamenti.
Voglio dire, niente a che vedere con le navette vertoriane, con i teletrasporti molosiani o gli altri mezzi di trasporto a cui ero abituata, ma vederli passare dal carretto in legno all'aereo faceva un certo effetto.
Strane creature gli umani, più scoprivano, e più pensavano di potersi allontanare dal divino.
Guardavo le nuvole dal finestrino, pensierosa.
Quando atterrammo mi resi conto che mancava un'ora prima che l'università chiudesse, non era poi un tempo così risicato, potevo fare in tempo a presentarmi al mio contatto e prendere appuntamento.
Così, presi un taxi e mi diressi all'Università Cattolica, dove avrei chiesto dell'uomo che mi aveva indicato Von Masper.
Dopotutto era da lì che dovevo cominciare.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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