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Vecchio 04-06-2010, 02.05.22   #754
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il vento.
Soffiava forte sulla sterminata campagna, vivacizzando quel manto verdeggiante, attraversato da scie gialline, violacee e rosate, a testimoniare l'arrivo della profumata e colorata Primavera.
Il grano era rigoglioso e sembrava che il Sole si fosse disciolto in quelle spighe dorate che parevano quasi animarsi mentre quel fresco ed asciutto vento le accarezzava.
Ma quell'idilliaco scenario sembrava lontanissimo invece dalla cupa e triste atmosfera che si respirava nel paese.
L'austero e solenne rintocco della campana scandiva quel doloroso giorno.
Polgara era nel boschetto appena fuori il paese.
Singhiozzava e bianche lacrime rigavano il suo bellissimo volto.
"Sapevo di trovarti qui..." disse Guisgard.
"Ti prego, voglio restare da sola..."
"Come vuoi..."
"Guisgard..." chiamò lei mentre lui stava andando via. "Perchè è successo? Perchè, dimmelo?"
"Non lo so..." rispose lui "... nessuno credo conosca la risposta a ciò che chiedi..."
"E la tua Chiesa?" Chiese lei con rabbia. "Cosa dice la tua Chiesa? Era solo un bambino! Un Angelo! Aveva tutta la vita davanti! Non è giusto! Non lo è!"
Guisgard la fissava senza dire nulla.
"E' così, lo so! La vita è solo sofferenza! Non vale la pena amare nulla! Perchè tutto ciò che amiamo prima o poi ci sarà portato via!" Gridava e piangeva Polgara.
"Non è vero... la vita non è solo sofferenza e dolore..."
"Basta, zitto!" Gridò lei correndo verso di lui e colpendolo sul suo petto.
"Si, sfogati, Polgara... sfogati fino a quando avrai forza..." disse Guisgard.
E lei colpì finchè ebbe fiato e forza, poi vinta dalle lacrime e dal dolore si lasciò cadere tra le braccia di lui.
"Ho... paura... ho paura... di perdere anche te..." disse lei con un filo di voce e con le mani sul petto di lui "... il mio cuore... non è forte abbastanza... per sopportare tutto questo..."
"Lo senti?" Chiese lui. "Lo senti battere? E' il mio cuore... ed è forte abbastanza per tutti e due... non avere paura... non mi perderai mai... io ci sarò sempre..."
"Giuralo..." disse lei "... giuralo su ciò che di più bello e importante ti sia capitato..."
Lui la fissò per alcuni istanti e poi rispose:
"Lo giuro... lo giuro su di te..."

Ma proprio in quel momento, il battito d'ali di una civetta che volava via destò Polgara dai suoi ricordi.
Si guardò intorno e non vide più nessuno accanto a lei.
Si accorse allora di un irregolare sentiero che conduceva ad una piccola chiesetta poco distante.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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