"In verità" disse lo sconosciuto a Gwen "non tornerò presto. Mi sentirò più sicuro sapendolo al sicuro. Quindi portalo con te, a casa tua. Verrò a riprenderlo al mio ritorno. Ma bada di non darlo a nessun altro che non sia io." Fissandola con i suoi occhi magnetici e misteriosi.
Detto ciò salì sulla barca e Alban lo portò dall'altra parte del fiume.
Nel bosco sacro tutto appariva incantato, con lo splendore della vegetazione lussureggiante che scintillava di infiniti colori sotto i raggi dorati di un Sole fatato.
Ma fra le profumate e mature gemme fruttate che pendevano preziose dai robusti rami degli alberi acquatici, accarezzate da una brezza trasparente e brillante, cominciarono a tintinnare all'improvviso.
Da uno degli alberi più alti saltò giù uno scimmiotto che subito raccolse un lungo e sottile ramo, fendendolo poi nell'aria.
Un attimo dopo il ramo diventò un robusto bastione borchiato d'oro e lo scimmiotto, umanizzato, apparve vestito come un antico guerriero.
"Ah, finalmente..." disse guardandosi braccia e gambe "... evviva!" Ridendo forte.
Corse allora, aiutandosi nello scavalcare rami, verso un ruscello dove sorgevano tamarindi e salici, dove riposava una bella fata addormentata.
"Altea, svegliati!" Lo scimmiotto alla fata dormiente.