Altea fu pronta e con suo nonno salirono in carrozza per raggiungere Capomazda.
Era uno splendido pomeriggio di fine Settembre, con una fresca brezza profumata di agrifogli, tigli e muschio selvatico, addolcino dal quieto Sole di inizio Autunno.
Arrivati a Capomazda la carrozza deviò verso il monumentale palazzo dei Taddei, nel quale entrò e dove i servi aiutarono nipote e nonno a scendere.
Subito furono condotti dal duca.
Nelle cucine ducali vi era sempre un via vai vivace di valletti, di servitori e cuochi vari che cercavano di compiacere il capocuoco, continuamente sul punto di sbottare, di urlare e criticare con fare isterico e teatrale, come se fosse un Fidia o un Lisippo impegnato con la sua arte.
Dalle due porte comunicanti ai lati delle cucine si vedevano, da un lato servitori impegnati a portare lepri, pernici, capponi, fagiani e altra selvaggina, mentre dall'altro le donne che si occupavano dei piatti, dei vassoi, delle stoviglie ed ogni altro genere di oggetto da usare in quel luogo.
"Comprendo." Disse annuendo gentile Lucidor. "In realtà sarei atteso da qualcuno e temo di doverlo raggiungere subito. Ma non vorrei essere scortese e lasciarvi qui sola, dopo che la nostra cavalcata non è neanche terminata. Volete forse accompagnarmi a casa di quell'uomo, damigella?" Fissando Gwen.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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