La zingara guardò Gwen e scosse il capo.
“Voi gente di città” disse “non potete comprendere. Voi credete nei vostri marmi, nei vostri titoli e nella sicurezza delle vostre rendite. Non avete idea di cosa sia la vita oltre le mura lucenti e sfarzose dei vostri giacigli feudali. Per secoli invece la gente delle campagne è rimasta alla mercé di credenze antiche, di forze sconosciute, di religioni antiche sorte nei boschi e nei fiumi. Ci credete pazzi, fanatici e miserevoli. Non potrete mai capire perchè la verità a voi è preclusa.” Concluse con un tono solenne e cupo.
Altea e Costanza entrarono in casa, fissando le tante carrozze nel cortile, tutte munite di simboli e blasoni nobiliari.
Infatti nel grande salone trovarono loro nonno impegnato a discutere con alcuni aristocratici ed importanti ospiti.
C'era il visconte De Valc, il presbitero Tommaso, il maresciallo Van Zupp e la contessina De sormich.
Discutevano tutti di una notizia che da Suession aveva fatto presto il giro della regione, giungendo infine a Capomazda.
Il tutto ruotava intorno alle misteriose fughe di alcuni prigionieri destinati alla forza, tutti accusati di eresia o blasfemia. Ed ogni volta, alla vigilia di una di queste inspiegabili fughe, le autorità di Suession avevano ricevuto un enigmatico biglietto in bianco, con l'immagine stilizzata di una felce nere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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