"In verità non ho mangiato, ma solitamente non ceno mai dopo un lungo viaggio." Disse l'uomo a Gwen. "Magari più tardi, se avrete la bontà di farmi portare una tisana o meglio un tè caldo ve ne sarei oltromodo grado, madama." Con i suoi occhi scuri, dannatamente simili a quelli di Elv, fermi e fissi in quelli verdi di lei. "Ma voi dovete cenare, mi sembrate pallida e stanca."
Queennie terminò di parlare e restò voltata, dando le spalle alla tinozza, quando senti il rumore dell'acqua.
L'uomo uscì dal suo bagno e si strinse in un ampio telo per asciugarsi.
"Ora potete voltarvi, non vi turberò, promesso." Disse divertito lui, con un tocco gentile ed aggraziato nella voce giovane ed armoniosa.
Cìera confusione sul molo.
Sotto la pioggia battende, che le forri raffiche scaraventavano con violenza in diagonale, i soldati dello sceriffo si muovevano agitati, correndo a destra e a manca.
Uno di quelli guardò Altea.
"Quel maledetto è sparito nel nulla." Disse. "Che il demonio mi porti se so dove sia finito, quel dannato zingaro." E corse via.
La dama De Bastian, riparata sotto la tettoia di una locanda, vide allora fra quei soldati la sagoma grossa e burbera dello sceriffo Goz.