"Hastatus ha ragione!" Disse Llamrei. "Dobbiamo uscire da qui! Seguiamo la porta che ha utilizzato il nano!"
Così tutti loro seguirono il passaggio usato dal nano.
Ed attraverso un lungo corridoio giunsero fuori quella torre.
"Raimbow, dolce amica..." disse Llamrei "... anche per me è un onore avervi come compagna ed amica. E quando questa storia sarà terminata, voglio invitarvi, insieme a tutti gli altri, nel magnifico palazzo dove ho vissuto insieme al mio amato Shawn."
E detto questo, la nobile dama sorrise teneramente alla bella Raimbow.
La compagnia allora, sotto la guida di Hastatus, riprese la via verso il Castello del Doloroso Amore.
Poco tempo dopo giunsero davanti al grande ponte levatoio.
"Chi è là?" Chiese gridando una guardia da una delle torri. "Annunciatevi!"
Intanto, nella grotta, Talia era insieme a quelle misteriose figure.
"Vi conosco, milady..." disse il nano "... poichè fui io a venirvi a reclamare al nocchiere delle anime. Eravate destinata all'oltretomba, ma il mio signore, sorpreso e commosso dal vostro gesto, ha riscattato la vostra vita."
Il fanciullo a quelle parole sorrise.
"Sono il figlio di una madre bellissima che mi adora sopra ad ogni cosa..." cominciò a dire "... il mio nome è Eros, un nome che amo molto..."
Si avvicinò allora a Talia ed aggiunse:
"Io so che sei una sognatrice... e tutto questo che ti circonda è un sogno... il più incantato dei sogni..."
Nel frattempo, Polgara aveva apertamente sfidato Toraus.
La ragazza lo chiamava, quasi evocandolo, ma del demone non si vedevano tracce.
Elisabeth era terra quasi senza forze ed osservava, percependo uno strano presentimento.
Il cane bianco cominciò a ringuiare e ad un tratto un'ombra uscì dalla folta vegetazione.
Era una donna con in braccio un bambino, avvolto in una lenzuolo nero.
"Chi stai invocando, bella amica?" Chiese la donna senza alzare mai lo sguardo.
"Qui non vi è nessuno che possa fare o volere del male..."
Accarezzò allora il piccolo che aveva con sè ed aggiunse:
"Ho vagato molto... volevano uccidere il mio bambino... loro, i preti... malvagi... non fanno la volontà di Dio... dicevano che mio figlio sarebbe nato mostruoso... volevano portarmelo via... ma io sono fuggita... ma dimmelo anche tu, dolce amica... dimmelo che ho fatto bene a salvarlo... perchè il mio bambino è sano..."
E, scoprendolo, mostrò il volto di suo figlio a Polgara.
"Mi hai chiamato, Polgara..." cominciò a dire quel mostruoso bambino con una voce spaventosa "... e hai fatto male... poichè io realizzerò tutte le tue paure..."
E si abbandonò ad una delirante risata.