"Infatti è in uno stato miserevole..." disse Belven a Gwen.
Intanto il Cappellano si avvicinò al letto e controllò il polso del piccolo.
Chiese poi alla madre se avesse somministrato le medicine prescritte al bambino.
Lei annuì.
Infatti il prete era la seconda volta che visitava il bambino.
Ad un tratto il piccolo aprì gli occhi.
Fissava il Cappellano ed i tratti del suo volto oa erano diversi, come deformati da un smorfia d'odio, di malvagità.
"Hanno mandato te?" Con un ghigno al prete.
"Si, ti ricordi di me, piccolo?" Il prete. "Ti avevo visitato, ricordi?"
"Se hanno mandato te allora non abbiamo nulla da temere." Il bambino con una risata gracchiante.
Infatti ora la sua voce aveva un che di cavernoso, di grottesco, come se sforzasse le corde vocali per parlare così.
"Cosa ha detto il vostro medico curante?" Il prete alla madre del bambino.
"Che tutte le analisi risultano normali." Rispose lei sulla soglia. "Non ci sono lesioni o alterazioni del cervello, padre..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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