Visualizza messaggio singolo
Vecchio 13-05-2021, 16.35.45   #10779
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Gwen sentiva le mani di Elv che le slacchiavano il vestito sulla schiena, per poi cominciare a massaggiarle le spalle nude.
Le sue mani affusolate avenano il dono della delicatezza e della forza allo stesso tempo, apparendo sicure e morbide, ma anche salde.
Era un massaggio rilassante, che sciglieva non solo i muscoli tesi, ma anche i pensieri e le inquietudini.
Poi quelle mani cominciarono a scendere verso il basso.
Lente, ma inesorabili, mentre le dita si facevano strada, nello scivolare sulla schiena nuda, aprendo ciò che restava del vestito.
Gwen sentiva le mani di suo zio prendrla sui fianchi, stringendoli appena, per poi massaggiare con vigore, ma piano, la pelle liscia e morbida.
Quando il vestito aveva completamente lasciata scoperta la schiena, Elv lo attorcigliò intorno ai fianchi, facendo lo stesso con la gonna, tirata su fino a coprire a stento le natiche di lei e lasciando nude tutte le gambe.





"No, affatto." Disse Best appoggiando la testa contro la palma e guardando verso il mare notturno, piatto e silenzioso. "Raccontami ancora... dimmi di quel mondo perduto, dei suoi segreti e della sua rovina..." voltandosi poi verso Destresya e guardandola nei suoi occhi chiari.





Gobbo rise, mentre l'indigeno accompagnava lui e Queennie verso la gigantesca porta della muraglia.
A guardia di essa vi erano altri nativi, con i loro corpi neri e statuari, la pelle tatuata e gli idoli in osso che pendevano dalle loro variopinte collane di corallo e opale.
"Uka, tanaka genzo jekko." Disse l'indigeno a quelli di guardia.
Subito aprirono così la porta, mentre un tocco solenne di tamburo sembrava scandire quel momento così simile ad un cerimoniale.
"Attenti all'Uomo Uccello Piumato." L'indigeno a Gobbo e a Queennie. "Egli protegge l'isola e scaccia i malvagi."
"Sarà meglio andare..." Gobbo a Queennie.
Pochi passi e i 2 avventurieri oltrepassarono la porta, sentendo una cupa sensazione nei loro animi.
Come se stessero lasciare il mondo conosciuto per uno misterioso e remoto.
"Prima mi hai chiesto il nome..." mormorò Gobbo "... tutti mi conoscono solo come Gobbo maltese, marinaio di fortuna e avventure... ma tu, se vuoi, puoi chiamarmi col mio vero nome, ossia Yuk." Fissandola, mentre gli indigeni richiudevano la monumentale porta alle loro spalle.





"Si, verrò con voi." Disse Luois ad Altea. "Come vecchio amico di lui, non posso lasciare soli suo figlio e una sua amica."
Così si incamminarono nei segreti della sera tropicale, mentre un altro suono di tamburò echeggiò nell'aria calda.
"Mia Amata..." fece Milo "... quella dovrei impugnare se verrò scelto come protagonista del seguito di uno dei film migliori mai girati da mio padre... Il Giglio Verde..."
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando