Per un attimo, breve e sfuggente, l'aveva vista.
Polgara si era mostrata.
Poche parole, ma drammatiche. Quasi una supplica.
Guisgard, vinto dal suo cuore, aveva provato a toccarla.
Allungò la mano verso quell'immagine tanto cara.
Arrivò quasi a sfiorarla, quasi a sentire di nuovo quel contatto tanto desiderato e che, ne era sicuro, avrebbe allontanato ogni incertezza e paura.
E proprio quando la sua mano di lui era sul punto di accarezzare quella di lei, che la giovane gli tendeva, l'immagine sparì.
Proprio come i sogni che svaniscono al sorgere dell'aurora.
E dopo, il tenero di quel lupo, che gli porgeva la zampa, fu il solo gesto d'affetto che quell'irreale scenario sembrava donargli.
Il cavaliere allora, raccolta la sua spada, accarezzò quel lupo per un lungo istante.
"Andiamo..." disse guardandolo negli occhi.
E ripresa la via, si incamminò alla ricerca del resto della compagnia.