Osservai la donna di fronte a me... sembrava una buona donna, dopotutto! Sebbene il suo sguardo tradisse una certa tensione: era evidentemente preoccupata per ciò che le avrei chiesto, temeva che potessi metterla in difficoltà? O c'era forse dell'altro?
Le sorrisi: "Non dovete temermi, mia buona ancella..." dissi con la voce più carezzevole che riuscii a tirar fuori data la situazione "Io non desidero nuocervi. Aiutarvi, forse… se posso. Vedete... i vostri occhi parlano di timori antichi!”
Il mio cervello, intanto, lavorava freneticamente, mettendo insieme - pezzo per pezzo - tante sensazioni, informazioni, osservazioni…
“Il Castello del Doloroso Amore…” mormorai dopo un momento, ricordando le parole del castellano al mio arrivo “Non è un nome un po’ insolito per un maniero? E’ Cembelus che lo ha costruito, non è vero? Ma perché? Perché questo nome?”
La donna mi scrutava con strani occhi, uno sguardo intenso, penetrante.
“Ed Ermaus… che ruolo ha in questo, povero il mio adorato Cavaliere?” proseguii più piano, come sospinta dallo sguardo della donna “Perché è ancora qui? Perché non ha abbandonato queste terre in cerca della sua grande impresa? Era questo che cercava, che desiderava: una grande impresa degna di un grande Cavaliere!”
Sospirai e un altro pensiero mi assalì: “E la selva…” dissi, memore delle sensazioni di disagio che mi aveva causato più volte “Cosa c’è in quella selva? Cos’è quella selva?”
Tacqui infine e alzai di nuovo lo sguardo sul volto della donna.
Forse mi considerava una pazza.
Forse non sapeva niente di tutto ciò…
ma era improbabile! Sapevo fin troppo bene per esperienza quanto vigile e attento potesse essere l’occhio di un servo! C’era solo da sperare che in quel momento quella donna si fidasse di me…
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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