Dovevo frenare l'entusiasmo, questo era certo.
Ancora non sapevo perché il nuovo rettore mi avesse convocato nel suo ufficio.
Potevano esserci mille motivi, no?
Non era necessariamente legato alla ricerca che gli avevo sottoposto giorni fa.
Erano più di 10 anni che avevo la cattedra di Professore Ordinario all'Università Cattolica di Afragolopolis, eppure ancora non ero riuscita a partire per quel viaggio.
Oh sì, avevo guidato tante altre spedizioni, certo.
Ma se provavavo a nominare i Geniti, la mia credibilità scricchiolava, i fondi finivano immediatamente e dovevo continuare a indagare di nascosto.
Fa niente che avessi trovato le prove dell'esistenza di questa civiltà, e che una spedizione avrebbe potuto essere una svolta nella storia dell'umanità.
Ma no, diamo pure della pazza alla professoressa Thrit di Antichità Flegee.
Dopotutto, cosa volete che ne sappia lei, no?
Non studia queste cose da tutta la vita, no, figuriamoci.
Non è partita per decine di spedizioni ed è famosa in tutto il mondo accademico per le sue scoperte.
Ma figuriamoci, io qui scaldo la scrivania, no?
Ecco, speriamo che il nuovo rettore sia di un altro avviso, perché il vecchio bacucco andato in pensione da poco di certo aveva una mentalità così ristretta che non ci sarebbe passato uno spillo.
Guardo di nuovo la presentazione che ho mandato per e-mail al rettore, la sfoglio, e sospiro, immaginando come sarebbe essere davvero lì.
La verità era che la mia vita senza spedizioni avventurose alla ricerca di questo o quel reperto sarebbe stata troppo noiosa per i miei gusti, erano le spedizioni che mi davano la giusta adrenalina, per affrontare i lunghi mesi fatti di lezioni, esami e tesi di laurea di specializzandi che spesso non sapevano bene dove sbattere la testa.
Anche se, dovevo ammetterlo, nel corso di Antichità Flgee trovavo sempre ragazzi motivati e interessati a scoprire i segreti di queste civiltà spolte.
Non come quando mi è capitato di tenere corsi come Antichità Classiche, Storia Greca o Storia Romana, tutti pieni di matricole allo sbaraglio che non sapevano nemmeno come si erano ritrovati lì.
Sì, lo so che dovrei avere una maggiore considerazione dei miei poveri studenti, ma non ho pazienza, non ho per niente pazienza, e insegno perché è l'unico modo che mi permette di veder finanziate le mie spedizioni.
Sorrisi, guardando fuori dalla finestra del mio studio.
Forse quella era la volta buona.