Lasciai a Belvin la possibilità di entrare in camera, poi cominciai ad abbottonare la camicia, facendo difficoltà a fare entrare alcuni bottoni nei passanti.
“Mi scusi...” mi avvicinai all’uomo affiancandomici e posando lo sguardo sul suo viso. In quel momento notai quanto fosse affascinante, un po’ provato dalle ore di lavoro ma comunque davvero ben tenuto “In che senso morti che non sanno di esserlo? Cosa sta cercando di dirmi?”
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