Queennie si sentì sola e depressa.
Persino quasi disperata dopo l'inutile colloquio con la professoressa.
Così, andando via dal suo ufficio, si ritrovò nel cortile della facoltà, dove alcuni studenti ripassavano le lezioni stesi su alcune panche.
Ad un tratto la ragazza avvertì qualcosa.
Un senso di disagio, di ansia e di oppressione.
Notò allora, dall'altra parte del cortile, dove le siepi circondavano il muro di cinta e si arrivava al giardinetto, perlopiù incolto, della facoltà.
Una sorta di sgoma.
Sembrava un uomo, alto e magro.
Se ne stava immobile all'ombra e fissava Quennie con un'insistenza non comune, non normale.