Non appena ebbi richiuso dietro di me la porta della stanza dell'abate, iniziai a camminare in fretta verso il fondo del corridoio. Non sapevo con esattezza dove fossi e neanche la direzione da prendere ma continuavo a camminare, come spinta da una stana forza: una forza molto simile alla disperazione.
Improvvisamente udii dei passi e mi bloccai.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
"Cosa fate qui, tutta sola, milady?" Chiese con cortesia Ermaus. "Non dovreste vagare per il castello a quest'ora."
Il figlio del castellano non aveva riconusciuto Talia.
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Il suo volto era esattamente come lo ricordavo, gli anni non lo avevano scalfito o modificato... era come se la sua persona fosse stata congelata nell'attimo in cui i miei occhi lo avevano incontrato per l'ultima volta.
Il suo sguardo, tuttavia, era molto diverso, così come la sua voce. Non c'era più traccia di sorriso in essi, non c'era più gioia e nessuna dolcezza. Il suo sguardo era quello di un condannato a morte e la sua voce dura e ruvida come mai prima.
Questo fu troppo per me.
Avvertii la testa girare freneticamente e un crampo improvviaso avvolgermi lo stomaco, mi appoggiai alla parete retrostante ma non fu sufficiente, le ginocchia mi cedettero, il buio mi avvolse e mi afflosciai a terra, svenuta.
Un istante prima di venire inghiottita dalle tenebre ebbi la percezione di qualcosa che scivolava fuori dallo scollo del mio abito, qualcosa da cui non avevo mai avuto il coraggio di separarmi: una sottile collana d'oro con un piccolo pendente, donatami troppi anni prima da un bel giovane cavaliere sulle rive di un lago.