Rimasi immobile, non tanto dalla paura che potesse riuscirci, quanto dalla naturalezza con cui lo disse.
Davvero pensava di poter agire in quei termini?
Ne era proprio sicuro?
Mi allontanai e nel tragitto gli passai accanto.
"Se davvero pensa di riuscire a spuntarla, sappia che non finirà lì" mormorai.
Poi uscii in giardino, senza una meta.
Camminai per un bel po', per sbollire, per sfogarmi, non sapevo nemmeno io cosa volevo fare.
Era in momenti come questo che ne approfittavo per recarmi al poligono di tiro in città e scaricavo ogni traccia di rabbia nei proiettili che andavano a conficcarsi nella sagoma a qualche metro da me.
Era quella la terapia di cui avevo bisogno in quel momento, mi sentivo come se avessi voluto rivoltare come un calzino quella cittadina, sentivo la voglia di volermi sfogare e gridare al mondo la mia frustrazione.
Avevamo pure perso il tipo, che vedendosi giustamente ignorato, era andato via e quella per me contava come una sconfitta personale.
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