Gwen e Herbert entrarono così nel locale.
Un grosso ventilatore girava lento dal soffitto, mentre le mosche ronzavano in ogni angolo di quel posto.
Lui indicò a lei un uomo grasso e sudato seduto ad uno dei tavoli, intento a darsi aria con un ventaglio.
"Salve, Oric." Disse Herbert.
"Ehi, chi non muore si rivede, capitano dei miei stivali!"
"Sono qui, no?"
"Già, mi hai sorpreso..." Oric "... non ti facevo così stupido. Sai, vero, che se non mi hai portato il denaro da qui non uscirai vivo?"
"Se avessi voluto imbrogliarti non sarei qui ora, no?"
"Non lo so, ma i debiti vanno onorati, capitano." Orica guardando poi Gwen. "E questa chi è? Una nuova sgualdrina?"
"E' la mia cameriera." Herbert. "Si occupa della mia cabina. Quanto al denaro presto lo avrò."
Oric scoppiò a ridere.
"Mi fa piacere vederti di buonumore."
"Oh, certo!" Divertito Oric. "Sei tu che presto nn riderai più. Sai che gli uomini attraenti come te non accettano di andare in giro col volto sfigurato, amico mio?" Fissandolo Oric.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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