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Vecchio 15-07-2020, 16.13.08   #4409
Destresya
Cittadino di Camelot
 
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Destresya è sulla buona strada
Era nato tutto per caso, un compito per un 30 e lode che non è nemmeno mai arrivato. Come vorrei andare adesso dalla professoressa Bassetti e farle vedere cosa sono riuscita a fare, farle vedere che cosa ha scaturito quell’esperimento che lei non ha nemmeno potuto giudicare perché, cito testualmente: “Un blog non è un vero giornale, non diffonderà mai le notizie”.
Vallo a dire ai 7 milioni di visitatori che ogni giorno visitano il Drew Star’s Post, che scrivono al signor Star chiedendo consigli, gli commissionano articoli, inchieste. Dall’alto della sua pluriennale esperienza, dei suoi articoli di reportage dalle zone di guerra scritti a rischio della vita, dai resoconti in prima persona degli avvenimenti più significativi degli ultimi anni, Drew Star è un personaggio misterioso, autorevole, affascinante (ha ricevuto anche un sacco di lettere di ammiratrici), intraprendente…
C’è solo un dettaglio, un piccolo dettaglio insignificante… Drew Star, non esiste.
Il compito della professoressa Bassetti era di inventare un giornale, innovativo, presentarglielo, spiegare la redazione e tutto. Io invece avevo creato un blog, il blog di questo personaggio inventato, credendo che non l’avrebbe visto mai nessun al di fuori del campus. In realtà non l’aveva voluto vedere nemmeno la professoressa, e io ero stata rimandata all’appello successivo dove avevo portato un giornalino scolastico a tema, e avevo portato a casa lo stesso un bel voto ma con un lavoro molto meno appassionante.
Col passare delle settimane l’avevo usato per l’esame di storia contemporanea, una vera noia, allora mi ero divertita a immaginare di essere lì, di essere lui, e avevo scritto quegli articoli mentre studiavo le varie guerre moderne che non volevano entrarmi in testa, descrivevo le battaglie nei minimi dettagli, così come le poteva aver vissute un inviato di guerra.
Dopotutto, fare la giornalista era sempre stato il mio sogno, anche se non avrei mai immaginato che sarebbe successo in questo modo.
Il mondo dell’editoria digitale è molto diverso da quello che ti insegna l’università, una sera, chiusa nella mia stanzetta, avevo cliccato per sbaglio sul banner in cui mi chiedeva di attivare una promozione di visibilità.
Mi ero dannata per ore pensando di aver fatto una fesseria ad investire quei pochi taddei per una cosa così stupida, a chi sarebbe mai interessato leggere i miei articoli? E poi, scritti sotto pseudonimo?
Ma combinazione quel giorno avevo scritto di fatto di cronaca, come facevo ormai da tempo per esercitarmi. Da lì, in una notte, era accaduto di tutto.
Quella notizia era stata condivisa, ricondivisa, ricondivisa, ancora e ancora, ovunque.
E poi quella dopo, e quella prima, e quella dopo ancora.
Presa dall’incredulità e dall’entusiamo, decisi di cavalcare l’onda, un po’ per curiosità, un po’ per vanità, un po’ per capire come funzionava il meccanismo in modo da poterlo replicare con un blog a mio nome, con i miei articoli. Le visite erano schizzate alle stelle, ogni giorno i visitatori del sito aumentavano, le richieste di articoli, i commenti, le discussioni.
Tanto che pensai di aver capito, allora lo feci, aprii un blog simile a mio nome e feci la stessa cosa, ma non successe niente, niente di niente. Era la stessa mano, erano le stesse parole, ma a nessuno interessava l’opinione di una giovane studentessa di giornalismo, effettivamente.
Ma tutti, tutti volevano sapere cosa ne pensava Drew Star di questo o di quello, o di quell’altro, tutti aspettavano impazienti la cronaca del DSP su ogni fatto di cronaca, su ogni avvenimento importante.
E fu così che il mio blog mi valse “solo” una laurea con lode come tesi, mentre l’altro, quello che ormai era un segreto che custodivo gelosamente era diventato tutta la mia vita.
Con i soldi delle inserzioni e delle visualizzazioni, oltre che degli articoli su commissione avevo comprato un ufficio, bello grande, l’avevo arredato con cura, e avevo messo su una bella messa in scena.
Inutile dire, che chiunque venisse a cercare il signor Star non lo trovava mai.
Ma d’altronde era un tipo così sfuggente, così inafferrabile, che non si poteva pensare altrimenti.
Io ero sempre stata un tipo asociale, dunque non mi dispiaceva dover condurre una vita tanto solitaria, dato che nessuno sapeva veramente quello che facessi.
Per tutti ero la collaboratrice del signor Star, una sorta di incrocio tra assistente, segretaria, redattrice, corretrice di bozze, cose così.
In realtà, io ero lui, e ora, come chiedevano a gran voce i fan del mio amico immaginario, stavo seguendo il caso delle ragazze scomparse. Quello era il genere di cose che Drew non si sarebbe mai perso. Avevo già dovuto rilasciare diverse interviste a proposito, intervste in cui il signor Star era sempre fiducioso che la verità sarebbe venuta a galla e che naturalmente la popolazione l’avrebbe letta sul suo blog. Sì è un tantino megalomane, ma alla gente piace così tanto, che ci posso fare!
Ora me ne sto qui, seduta sul divano nello studio (fondamentale dato che ci dormo spesso e volentieri) a scrivere un pezzo proprio su quelle ragazze sparite nel nulla.

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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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