Se mi è concesso, vorrei fare un'altra piccola osservazione.
C'è, infatti, un sonetto di Dante che mi ha sempre incuriosito perché racconta una storia diversa da quella usuale. Anzi meglio, non una storia diversa ma una in qualche modo parallela, che porta a vedere questi poeti non come fari luminosi di letteratura ma come semplici giovani e innamorati.
Dante aveva due buoni amici in gioventù, Guido Cavalcanti e Lapo Gianni -entrambi poeti - ed è a loro che indirizza il sonetto in questione.
Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch'ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse 'l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch'è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buon incantatore:
e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i' credo che saremmo noi.
...fantasticava di andare in crociera con gli amici e le ragazze?