Gwen raccontò la fiaba a Herbert e la sera trascose serena.
Anche Destresya, alla locanda dove alloggiavano, narrò delle battute di caccia e delle superstizioni della gente al suo padrone.
Altri 3 giorni trascorsero così, fino a quando nel borgo ci fu fermento.
Era appena arrivato l'uomo inviato dal vescovo.
Tutti corsero a vederlo.
Anche Herbert si mostrò curioso e chiese a Gwen di accompagnarlo per incontrare quell'uomo.
Odigel, anch'egli incuriosito, inviò Destresya ad assistere all'arrivo del cacciatore.
Questi arrivò a Monseracl di buon mattino, accompagnato solo dai suoi 2 fratelli, Let e Dre, oltre ad una muta di feroci cani.
"Benvenuto a Monseracl, messere." Disse Goz. "sono il borgomastro Goz."
"Salute a voi..." il cacciatore "... mi perdonerete ma non amo molto le formalità, nè tantomeno le chiacchiere inutili. Dunque per non perdere tempo vi sarò grato se mi fornirete i resoconti riguardanti le aggressioni della cosiddetta belva, le persone uccise e quelle solo ferite. Inoltre mi occorre conoscere eventuali testimoni."
"Non vi interessa conoscere ciò che abbiamo fatto durante le nostre numerose battute di caccia, messere?" Chiese Goz.
"Durante queste battute avete ucciso la belva?"
"Ehm, no... purtroppo no..." mormorò Goz.
"Allora non mi interessa sapere nulla di queste battute di caccia." Freddamente il cacciatore. "E vi sarò grato se eviterete di chiamare a raccolta altri volontari. La caccia è un'arte nobile ed antica, le cui regole sono perlopiù negate alle personi comuni. E un'altra cosa... tenete lontane dalle mie battute di caccia le donne. Sono inferiori agli uomini, essendo emotive, ingenue e deboli. Se le donne di questo borgo vogliono rendersi utili allora che restino nelle cucine a preparare da mangiare. E' quello il loro unico posto, oltre naturalmente al letto di chi sa pagarle bene."
"Non ci avete detto il vostro nome, messere..." Goz perplesso.
"Sono Reddas di Usciano." Svelò il cacciatore.