Visualizza messaggio singolo
Vecchio 01-06-2020, 16.13.12   #3695
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Monsearcl sorgeva su un'aguzza altura non distante dal monte Taburn, ai confini Nord orientali dell'Afragolignone. Un insieme selvaggio di selve, boschi e vallate in balia dei venti e di tradizioni vecchie quanto il mondo. In queste lande fiere e primordiali risplendeva spesso, in pomeriggi grigi come questo, tra il verde incantato del cielo e l'azzurro vago dei monti vicini l'acqua putrida e piatta della palude detta delle Janare. Proprio su questo verdastro pantano di fango e arbusti, al centro di un'isoletta ormai ridotta ad un grosso spuntone fra la melma, un vecchio rudere splendeva di un alone spettrale. Si racconta che esso da antica torre divenne un maniero per opera di un alchimista, giunto qui per riportare in vita sua moglie uccisa dalla peste. Le antiche murature ancora in piedi erano di granito antico, scolorito e consumato dal tempo. Nessuno più vi abita e i contadini ben sanno di dover stare alla larga da questo luogo, essendo la palude una trappola mortale con le sue sabbie mobili fatte di melma e rampicanti sommersi. Per questo la giovane Laure doveva avere un motivo drammatico per fuggire in queste lande. Aveva abbandonato le mucche portate al pascolo e ora correva disperata e spaventata fra i sterpi e i rovi. Aveva perso gli zoccoli di legno, ma neanche badava più ai tagli sotto i piedi mentre correva. L'aveva vista. Come prima di lei era apparsa all'altra ragazza. Correva ora, tra il sibilo del vento ed il battito sordo del suo stesso cuore. Correva e sentiva i passi veloci della belva, il suo respiro grottesco mentre davanti a sé rivedeva quegli occhi. Erano di una membrana piatta, incolore e senza espressione. Correva Laure, correva veloce, affannata, disperata, giovane e bellissima. Era mora con occhi grandi. Aveva tanti sogni Laure. E doveva correre veloce ora per non vederli andare via. Così come la sua stessa vita. Correva Laure e arrivò stremata e tremante alla palude. Le avevano raccontato di storie strane, di streghe e fattucchiere. Di balli, di orge e di demoni. Non sarebbe mai dovuta venire qui. Ma qualcosa di terribile, forse come o più delle streghe era emersa quella mattina dal bosco. Un orrore inspiegabile, innaturale. La belva l'aveva inseguita e Laure ora cercava salvezza nella palude. Si arrampicò su un alto noce, sui suoi rami robusti, passando così dall'altra parte, oltre sterpaglie e radici giganti. Scivolò dietro un grosso masso che emergeva dal fango e si rintanò tra il muschio selvatico e le bacche di folti cespugli. Restò lì a lungo. Ma poi sopra di lei la vide di nuovo. Un balzo, un urlo di paura, un latrato mostruoso. L'acqua piatta della palude che si increspò di rosso, le grida di dolore della ragazza, le sue membra fatte a pezzi.
Gli zoccoli di Laure furono trovati il giorno dopo da due contadini. Il corpo della ragazza non fu però mai ritrovato. La gente di Monsclear allora capì che qualcosa di terribile era emerso da quelle selve e da quei boschi, infestandoli come un flagello.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando