La belva del Taburn
"Spalancano contro di me le loro fauci:
un leone che sbrana e ruggisce."
(Salmo 22)
Al mattino, dai calmi stagni ammantati di eriche selvagge e faggi giganteschi, la nebbia si alzava. Eterea e bianca saliva dal profondo della valle, risalendo poi lenta e silente fino alle ondulate pendici del monte Taburn, il sordo guardiano di queste lande primordiali. Si alzava ed accarezzava l'abitato dell'antico borgo addormentato di Monsearcl, che sorgeva fra le creste di pietra di un'aguzza altura, un tempo sacra ai Longobardi. Saliva la nebbia dalle bizzarre cave rocciose e dai remoti eremi di monaci erranti, fra selve di rovi e fitte sterpaglie, fin dove i sicomori abbondavano e le stradine si facevano sentieri di querce ed aceri, arrivando poi a lambire i bastioni della vecchia Rocca dalle Bocche di Leoni.
“La Rocca dalle Bocche di Leoni” disse il notaio Holus consultando vecchi annali “è di granito antico, scolorito e corroso dalle intemperie di molte generazioni. Scavata sul punto più alto di un'altura aguzza ed isolata, la rocca diventa visibile solo una volta giunti al vecchio borgo di Monsearcl. Formata da un maschio centrale poggia poi su 2 strutture circolari concentriche, con tutta una serie di sculture in bassorilievo sulle arcate che adornano i blocchi neri di granito. Vi si accende attraverso un ponte levatoio, un tempo utile a superare i fossati che correvano intorno alla struttura.”
“E voi pensate, messer Holus che quella rocca valga i 600 Taddei che la banca mi ha chiesto?” Chiese il nobile seduto con lui nel salottino, mentre giocherellava con la sua tabacchiera in decorata in madreperla.
“Assolutamente, generale.” Annuì il notaio. “In altri tempi la rocca vi sarebbe costata forse 2000 Taddei e tutti in oro. Prenderla solo per 600 è un affare quasi illegale.”
“E come mai tanta svalutazione?”
“Perchè sono terre lontane, abitate da contadini e pastori.” Spiegò Holus. “Perdipiù gente ignorante e superstiziosa.”
“Sembra che voi mi nascondiate qualcosa, messer Holus...” ridendo il nobile generale.
“Suvvia, generale.” Divertito Holus. “Non siete certo uomono che presta fede al folclore popolare, no?”
“Infatti.” Il generale alzando i suoi occhi neri sul notaio e mettendo via la tabacchiera. “Vada per 600 Taddei. Sarete visitato dal mio legale domani stesso, messere.” Alzandosi il generale. “Così che io possa partire per Monsearcl quanto prima.”
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