La mia rabbia, a queste parole che ritenevo sciocche, stava per avere il sopravvento. Stringevo la spada così forte che le nocche della mano erano bianche.
Senza degnare Cembelus di una risposta, mi voltai, uscii dal palazzo, dove trovai il mio cavallo già pronto e sellato. Gli saltai in groppa e con esso varcai l'ingresso del castello per vedere se riuscivo ad aiutare quel testone di Guisgard.
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