Oh a sentire le battute ironiche di Guisgard mi sembrava proprio di essere a casa...almeno mi aveva dato l'utile informazione che Elisabeth non correva alcun rischio di venir scoperta.
"Caro Guisgard credo che il nostro incontro qui sia solo uno scherzo del destino" e pur dicendo ciò, senza riflettere, mi sedetti accanto a lui per la colazione.
Ascoltai le parole di Lord Cembelus, beh in cuor mio pensavo: "come dargli torto!?!" Ho sempre ritenuto che l'amore fosse qualcosa di effimero e volubile, e personalmente me ne sono sempre tenuta alla larga. Del resto mi chiedo come ci si possa fidare di un qualcosa che numerosi bardi, poeti, musici e pittori hanno sempre descritto come la più grande fonte di sofferenza quando mancante. Meglio scegliere di non avvicinarsene mai.
Dopo quelle affermazioni guardai Elisabeth, mi preoccupai per lei, sapevo che avrebbe scelto di battersi e quando la sentii formulare la frase capii che non era solo lei a parlare, bensì era il tramite di una volontà più grande, come forse alla fine tutti siamo.
Poi mi girai verso Guisgard e con una smorfia lo punzecchiai: "Bene e tu cosa farai? Visto cha hai un così grande numero di donne, non potrai di certo tirarti indietro...ma se tu dovessi vincere ti sarà difficile scegliere a quale donare la vittoria...come farai la scelta? lanciando un dado forse?" Detto ciò mi venne istintivo un gesto che facevo sempre da ragazzina, specie quando lo vedevo con la faccia imbronciata, gli spostai il ciuffo ribelle. Quando realizzai il gesto ritrassi immediatamente la mano come se avessi toccato il fuoco, e rivolgendomi a Lord Cembelus dissi: "Sire, io condivido le vostre perplessità sull'amore ad ogni modo non posso non aiutare nella battaglia ai tre cavalieri che rappresentanto valori gretti e pericolosi."
|