Rimasi basita dalle parole di Elisabeth. La parte razionale di me mi suggeriva di alzare i tacchi e andarmene, di non star li ad ascoltare quelle parole che suonavano come pura fantasia.
La parte irrazionale mi suggeriva, invece, di ascoltare il tutto molto molto lentamente e soprattutto di credere.
Ha prevalso il mio istinto irrazionale. Ho voluto credere a quella donna, travestita da uomo che, a suo dire, si trovava malgarado in una storia da lei non richiesta e voluta.
La descrizione del mio Shawn era talmente perfetta come solo io e lui potevamo sapere. E questa era una prova tangibile della veridicità di quel racconto.
L'abbracciai forte. Mi sembrava di stringere una sorella.
"Elisabeth, ti credo. Non temere. So che sei stata mandata qui da lui. E se lui ti ha mandata da me lo ha fatto perchè avevo e ho bisogno di aiuto. E io ti ringrazi di aver dato ascolto all'uomo che ho amato".
Detto questo le dissi: " Elisabeth, se siamo qui vi è un motivo ben preciso. Dobbiamo capire quale. Suggerirei di uscire dalla biblioteca e avviarci verso l'entrata."
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