"Bene, cosa aspettiamo Guisgard? Non vi è luogo più silenzioso e rilassante di una biblioteca per conciliare il sonno che, a quanto pare, tarda a giungere per entrambi"
Cosi dicendo feci l'occhiolino d'intesa a Guisgard. In biblioteca avremo potuto pensare e decidere sul da farsi. Quello strano castello era impressionante ed inquietante. Entrare non era stato difficile...ma saremo riusciti ad uscirne...possibilmente vivi?
Entrammo in biblioteca. Maestosa. Un luogo satollo di cultura e sapienza. L'odore di chiuso era tagliernte. La polvere accatastata sui libri e sugli scafali dava l'impressione di non essere quello un luogo molto frequentato. Vi erano una infinità di codici antichi. Presi da uno scafale il primo che mi attirò l'attenzione. Un piccolo libricino rilegato in cuoio con delle borchie vistose. Lo aprii e iniziai a leggere l'incipt a bassa voce:
Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori,
Le cortesie, l'audaci imprese io canto
Che furo al tempo che passano i Mori
D'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
Seguendo l'ire e i giovenil furori
D'Agramante lor re, che si diè vanto
Di vendicar la morte di Troiano
Sopra re Carlo imperator romano.
E sorrisi mentre leggevo queste righe che tanto mi fecero tribolare e inveire verso il mio precettore.
Ora apprezzavo di più queste parole; stavano prendendo un significato diverso...
Guardai Guisgard: "Bene cavaliere, che cosa dobbiamo cercare qui?"
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