Discussione: Fly Little Wagtail
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Vecchio 11-04-2010, 13.46.56   #6
SakiJune
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SakiJune è un gioiello nella rocciaSakiJune è un gioiello nella rocciaSakiJune è un gioiello nella roccia
Cynon è il nome di Sir Colgrevance nelle leggende gallesi, e in teoria lo è anche qui... ma in questa fic si riferisca a suo figlio. Nessuna stranezza, se esiste Bors figlio di Bors, può esserci anche Cynon figlio di Cynon :)
A me intrigano i nomi in generale. In questo fandom dove le varianti sono numerosissime, mi piace pensare che alcune possano coesistere; che un cavaliere possa avere sia un nome di battesimo, perlopiù gaelico, e un altro, anglicizzato, da sbandierare a corte.





CAPITOLO TRE.

Dove conosciamo Branwen, figlia di Gawain, e nel castello di Sir Colgrevance si riunisce una losca congrega.


Non fu facile, dapprincipio, convivere con le circostanze che avevano condotto al loro matrimonio, con il fatto che Colgrevance avesse abbandonato Morvydd e ucciso il padre di lei. Ma con il tempo, Clarissant giunse a comprendere due importanti verità: egli anteponeva la sua fede ai moti del cuore ed ogni sua azione, per quanto istintiva e crudele, era paradossalmente dettata dalle più pure intenzioni; Morvydd era la degna figlia di Morgana, e a lei legata, malgrado se stessa, da qualcosa di oscuro e inevitabile... a Clarissant parve solo allora di conoscerla davvero - una civetta mascherata da allodola. La cugina non aveva prolungato più del necessario la sua permanenza presso Lady Lyonors (che ne fu sollevata) ed era infine tornata a Gore, perché a questo era destinata.
Clarissant si trovo così a crescere il piccolo Cynon, che per beffa e per fortuna portava il nome del padre; Lyonors ne aveva tratto la conclusione che Morvydd aveva rinunciato al bambino per sempre, senza lasciargli alcun marchio. Una volta messo al corrente della situazione, Colgrevance non si era tirato indietro nel riconoscere il proprio figlio naturale: fu una scelta saggia, perché non ci furono altri eredi, né maschi né femmine. Rassicurò la moglie che non intendeva fargliene una colpa, e che non avrebbe rinunciato a lei. L'esempio del re, che pure non aveva avuto figli dalla regina Ginevra e tuttavia l'amava con tutto il cuore, doveva averlo ispirato, o forse era convinto dentro di sé che fosse stata proprio la sua vecchia fidanzata a maledire la sua famiglia; in ogni caso fu sempre cortese e generoso nei suoi confronti, accordandole fiducia e libertà.
Che una simile disgrazia fosse opera di magia nemica o soltanto del destino, Clarissant dovette ammettere che nonostante tutto il suo nido non fu mai vuoto. Qualche tempo dopo l'arrivo di Cynon, giunse un altro dolce fardello che la conquistò completamente. Gawain aveva ripudiato la sua ultima moglie, e le sue ragioni dovevano essere ben gravi, perché dichiarò di non voler avere nulla a che fare con la bimba nata da quel matrimonio. "Somiglia a sua madre in modo insopportabile" era tutto ciò che gli si riusciva a tirar fuori sull'argomento, e tanto bastò alla sorella per accoglierla tra le braccia.

- È la creatura più deliziosa che abbia mai visto - commentò Gareth quando la vide per la prima volta, durante una delle sue frequenti visite. - E somiglia a Gawain più di quanto lui stesso voglia ammettere. Come si chiama?
Clarissant ridacchiò. - Il suo nome è Branwen, e so che cosa state per dirmi...
- "Bellissimo corvo"? Sembra calzare a pennello con la vostra fissazione per gli uccelli. - Il suo sorriso sereno e innocente era qualcosa che non sarebbe mai cambiato nel tempo. - Non ho dimenticato i nostri giochi, sorella... io ero lo scricciolo, voi la ballerina gialla, e poi?
- E poi... tante, tante sciocchezze, Gareth. Ma il corvo era già stato preso, vedete.
Proprio mentre ammetteva che i suoi ricami infantili fossero così sciocchi, Clarissant era arrossita in modo così vistoso che Lyonors credette che si sentisse male.

Lui c'è sempre quando accade qualcosa di brutto.
Lui. Non è cambiato nulla, lo odio come un tempo.


Crescendo, Branwen non deluse le aspettative di Clarissant. Era una bambina sana e robusta dai capelli neri - forse da questo aveva avuto il suo nome - e gli occhi particolarmente grandi, il che le dava un'espressione di eterna curiosità. La sua indole era docile, a volte passiva, e seguiva la zia per ogni dove. Ma sotto quell'aspetto così mite si nascondeva un enorme bisogno di verità e di affetto.
Nonostante suo padre evitasse di incontrare la figlioletta, ciò non era sempre possibile. E Clarissant aveva raccontato a Branwen tutte le imprese compiute da Gawain di cui era a conoscenza, tralasciando l'inutile vendetta su Sir Lamorak, che non faceva proprio onore a nessuno. Non c'era da stupirsi che ella fosse cresciuta adorandolo senza speranza, sentendosi sempre più rifiutata e indegna del suo amore.
L'infanzia finì presto per Cynon, che divenne scudiero di Sir Lionel e partì da casa con grande entusiasmo. Clarissant credette di scorgere nella nipote la stessa tristezza che lei aveva provato in una simile occasione, quando Gareth aveva abbandonato le isole, ma il loro legame di sangue era troppo debole e i loro caratteri troppo diversi. Semmai, aveva sofferto della separazione da Lovell, che aveva servito per qualche tempo Sir Colgrevance prima di ricevere l'investitura. Il ragazzo sembrava sinceramente affezionato alla sorella e aveva più volte supplicato il padre di rivolgerle un poco di attenzione, ma invano. Anche lui e Florence, d'altronde, con il tempo si fecero trasportare da facili compagnie - anche all'interno della famiglia - che Gawain non gradiva affatto: Camelot non era quella cittadella di virtù che tanti bardi decantavano.

Gli anni passavano, e ancora Branwen pensava sempre e soltanto ad escogitare un modo perché il padre si accorgesse di lei e invidiava i tre fratelli maggiori. Domande come: "Se io fossi un ragazzo, lui mi amerebbe?" e "Non sono abbastanza buona?" imbarazzavano Clarissant oltre ogni dire.
- Ma che dite! I vostri fratelli non sono in una posizione migliore della vostra. - si spazientì un giorno, cercando di chiarire la situazione una volta per tutte. - Egli li tratta come compagni d'armi, né più né meno, tranne quando si tratta di dar loro ordini. Gingalain è stato costretto ad un matrimonio assurdo, e si strugge d'amore per questa fanciulla di nome... oh, non ricordo! Lovell ci racconterà i dettagli stasera, penso.
- Viene a trovarci, davvero? - A Branwen brillavano gli occhi, ma Colgrevance zittì subito il chiacchericcio delle due donne.
- Moglie, non mi pare che sposare la regina del Galles si possa considerare assurdo. E mi spiace deludere la vostra curiosità su simili sciocchezze, ma questa sera ci sarà una riunione molto delicata... i panni sporchi di Camelot si lavano in casa nostra, vedete - concluse amaro.
Il marito aveva perso il buonumore già da qualche tempo, e rischiava di farlo inquietare chiedendogli spiegazioni. Nondimeno, in capo a una settimana, domandando alle persone giuste, ebbe le risposte che cercava e furono peggiori di quanto si aspettasse.

A corte stava per scoppiare uno scandalo: voci insistenti sostenevano che Sir Lancelot, il prediletto del re nonché la persona che Gareth ammirava di più al mondo, avesse una tresca con la regina, e che Colgrevance fosse tra coloro che desideravano smascherare il tradimento.
La prima reazione di Clarissant fu: "Di nuovo?"
Di nuovo segreti? Di nuovo odio? No, non doveva accadere. Sir Lamorak era morto, eppure Gaheris era stato riammesso a Camelot e sedeva alla stessa tavola di Sir Tor, che pure avrebbe volentieri sterminato tutta la loro famiglia.

Gaheris, che l'aveva minacciata di morte...

Non fu sorpresa quando scoprì che l'istigatore delle voci era nientemeno che Mordred. Si aspettava però che agisse allo scoperto, eppure non aveva partecipato alla riunione segreta: aveva mandato Agravain, un altro bell'esemplare di tatto e finezza. Si chiese cosa pensasse Gawain di tutta la faccenda, ma non osò intromettersi, sperando in cuor suo che alla fine il buon senso avrebbe prevalso.

Quando i cospiratori tornarono, erano più numerosi di prima. Cavalieri del Lothian, uomini di fiducia. Ma dov'erano il viscido Melehan, il pavido Melou? Perché Mordred non rischiava il suo sangue, se davvero si trattava di un'impresa semplice e onorevole?
L'indomani, poco dopo l'alba, si udì un gran trambusto nelle cucine, e una serva corse a chiamarla con una strana eccitazione sul viso: Branwen e Lovell stavano discutendo, e in modo piuttosto animato.
Il ragazzo doveva averle accennato a come si sentisse fiero di far parte di una simile spedizione, abituato com'era a fidarsi della riservatezza della sorella. Ma non si aspettava che, sotto le spoglie di un'innocua damigella, si nascondesse la sua stessa tempra.
Era o non era la figlia del falco? Aveva o no un becco forte e affilato?

- Cosa vi fa credere che nostro padre sia contrario? Egli per primo non desidera che il re venga ingannato. La verità deve venire alla luce, il mio signore ha ragione... o non avete fiducia in zio Agravain e zio Mordred?
- Cosa me lo fa credere, chiedete? Voi non sapete mentirmi, questo vi dico. Il vostro sguardo evita il mio, proprio adesso, e ora sono io a chiedere a voi, fratello, chi è il vostro signore! Non siete più al servizio di Sir Colgrevance, ricordate? Né siete costretto ad obbedire a zio Mordred o a chicchessia!
- Ma Gingalain...
- Gingalain soffre! L'avete detto voi! Farebbe qualsiasi cosa per dimenticare il suo amore, si getterebbe in battaglia senz'armi, o nel fuoco, per placare la sua passione... o screditare quella altrui!
- Dunque voi conoscete la passione?
Questa frase pungente era riuscita a far ammutolire Branwen. Si voltarono a guardare la zia che li aveva ascoltati in silenzio.

- Se fossi uomo, saprei dimostrargli obbedienza - fu tutto ciò che riuscì ancora a dire la ragazza. Le sue guance erano infuocate, i capelli erano sfuggiti all'acconciatura. Se qualcuno le avesse teso uno specchio, non si sarebbe riconosciuta, cercando il volto della bambina che era stata.

- Lovell, per quanto porti stima a mio marito, questa è una decisione grave e triste... lasciate che siano uomini più vecchi di voi a commettere una tale imprudenza. Sento che non ne verrà nulla di buono - dichiarò Clarissant.

Lo sentiva, e fortemente. Quel gesto avrebbe messo in pericolo le loro esistenze, avrebbe fatto crollare ogni certezza e disciolto ogni legame.

Le loro parole non servirono a nulla.
La congrega partì qualche ora dopo, lasciando due donne inermi ad attendere il destino. Andò Colgrevance, l'uomo gentile e devoto che Clarissant aveva sposato, andarono i fratelli di Branwen, tanto giovani e già con troppe idee in testa, e andò con loro persino Sir Gromer, il burbero gigante di Inglewood, che in altre occasioni non avrebbe mosso un passo senza l'approvazione di Gawain. L'epoca della cortesia e dell'onore era conclusa per sempre.

E quando si fece di nuovo giorno, e udì un galoppo in lontananza, Clarissant sapeva già chi si sarebbe trovata di fronte, ad annunciarle sventura e distruzione.
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"Mio re, mia vita, mia patria! Il lago è profondo, tranquille le sue acque. Più sottile è questo petto che palpita nel tormento. Ora ditemi, dove dovrei affondare Excalibur per amor vostro?"
(da "Thus I shall love thee")
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