Mi aggiravo silenziosa fra i sakura in fiore.
I fiori rosa sembravano piccoli gioielli che si stagliavano contro il turchese del cielo, dorati appena dal sole.
Erano rari i momenti che passavo in libertà.
Non certo da sola, o in silenzio.
A quello ero abituata.
Ero scappata da anni ormai da casa e nel momento in cui avevo iniziato ad intraprendere questa vita, quella che di solito non si addice ad una donna, avevo scoperto il piacere impagabile del silenzio, della solitudine, che ti portavano a riflettere, sì, ma anche a capire chi davvero meritasse si interromperlo, quel piacere.
E di certo, i miei compagni ne erano meritevoli.
Così come loro avevano ritenuto meritevole me di aggregarmi a loro.
Avevo scoperto la Confraternita del Loto Rosso poco tempo dopo essere scappata da casa, dove avevo lasciato una famiglia che voleva privarmi di una vita vera ed un fratello inetto e buono a nulla che mai nella vita avrebbe soddisfatto le loro aspettative.
Ma era un ragazzo.
E per loro, bastava ed avanzava.
Ma io volevo di più.
E dopo qualche mese di strazio e sofferenza per tirare avanti con qualche espediente, mi ero imbattuta in quel gruppo di folli affamati di vita ed avventure come me.
Combattenti e, alle volte, anche spie, che avevano lasciato tutto pur di vivere la vita che desideravano e per me non esisteva ideale più alto.
Mi sedetti ai piedi di un albero, il mormorio del fiume in lontananza, persa ad osservare la città, come sempre non vista, come ormai era per me consuetudine.
Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk