Finalmente eravamo ripartiti, guardavo Guidon e speravo che la magia tenesse i suoi ricordi ancora lontani, non potevamo rimanere in quel posto e ormai era buio. Intanto Polgara aveva bisogno di mangiare e riposare, le cure andavano bene, ma dovevano essere accompagnate da molta cautela…Guardavo il suo volto e il sorriso beato che le increspava le labbra, erano il sintomo di pensieri felici……Pico era beato tra le sue gambe, ruffiano di un gatto….Mi voltai e ripresi a guardare la strada, mi chiesi cosa ci facevo lì le parole di un fantasma mi avevano convinta ad intraprendere quel viaggio, che ora mi appariva assurdo…. Non sapevo neanche dove andare…buio e nebbia…pensavo all’albero nel bosco, all’odore del legno, alla luce delle candele, solo silenzio, ma quanto bene mi faceva all’anima……mi venne voglia di lasciare l’invito e i miei abiti maschili a Polgara scendere dal carro e di correre a rifugiarmi nel bosco………quello era il mio posto……eppure continuavo a stare seduta accanto a Guidon..poveretto doveva essere stanco anche lui
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