Il tempo a bordo della Stella del Mattino scorreva in modo diverso che in ogni altro luogo.
Immobile, eppure rapido.
Specialmente quando si aveva molto da fare, come me adesso ad esempio.
Dovevo rassettare tutte le schede mediche dei passeggeri a bordo della navicella e non potevo più rimandare oltre.
Essere il medico di bordo era soddisfacente, gratificante in un certo senso, ma anche parecchio impegnativo.
Mi toccava monitorare lo stato psicofisico dell'equipaggio con cadenza settimanale, poiché spesso l'assenza di peso o di gravità poteva portare l'organismo a degli scompensi, che fossero essi riguardanti la pressione o qualsiasi altra problematica fisica.
Era capitato che qualcuno non ce l'avesse fatta, preda di attacchi di panico o di collassi nervosi e certamente si capiva che fra la teoria e la pratica, circa viaggi di questo genere, ci fosse una bella differenza.
Restai allora a sistemare le cartelle prima di concedermi una pausa.
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