Sembrava nervoso, agitato, mentre i passi erano più vicini.
Ero sempre meno convinta.
"No. Non mi fido" dissi ad un certo punto, lasciando nuovo Velv, o quello che doveva esserlo, a terra.
Afferrai un tagliacarte dalla scrivania, colpii Elv all'addome con un calcio e lo bloccai a terra a pancia in giù.
"Se sei davvero Elv dimmi dove ci siamo conosciuti e come" sibilai, minacciandolo con la lama affilata del tagliacarte vicina al collo.
Se fosse stato davvero lui, avrebbe saputo che ci eravamo conosciuti quando, per "ordine" di mio zio, facevo volontariato alla mensa del carcere e questa era l'unica prova che avevo a mia disposizione.
Non potevo rischiare che Velv mi fregasse, uccidendo Elv.
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