Strani sogni attraversarono il sonno di Gwen.
Sogni enigmatici, sinistri, carichi di immagini misteriose ed inquietanti, di luoghi sconosciuti, di volti indefiniti, di idoli antichi, fantasmi tormentati e demoni dalle fauci spalacate.
Gwen sognò cupe figure, sangue che scorreva denso su altari vecchi come il mondo, tra carni lacerate che pulsavano ancora e messe ad ardere su bracieri simili a roghi issati per divinità blasfeme perdute nella notte dei tempi.
Ovunque echeggiava sinistro il suono di quel corno, alle cui note la terra sembrava aprirsi e la jungla partorire mostri dall'aspetto terrificante.
Fu l'alba a svegliare Gwen, con i primi bagliori di luce sul suo volto.
Elv dormiva accanto a lei, mentre davanti a loro si mostrava un'isoletta che sorgeva silenziosa nel cuore di una vasta laguna formata dallo scorrere del Lagno.