Il cavallo penetrò nella jungla, con la vegetazione che nel buio della notte, a stento squarciata dal pallore lunare, si faceva più fitta, lussureggiante ed opprimente.
Il silenzio notturno fu scardinato dai versi di uccelli misteriosi e dal grugnito di qualche tigre che in lontananza si aggirava tra le palme ed i bambù in cerca di prede.
Tutto sembrava muoversi intorno a loro, pulsare, vibrare e sussultare al loro incidere, trasmettendo a Gwen e ad Elv un senso di paura primordiale ed irrazionale.
Le stelle, già rare in un cielo denso di foschia, andavano svanendo tra i fluttui venerei che scaturivano dai canali gorgheggianti fra le gigantesche radici di alberi millenari e venerati come sacri dagli indigeni.