La carrozza di Siculon, su cui viaggiavano lui e Gwen, arrivò al palazzo del maharaja in un crepuscolo screziato dalle prime stelle della sera.
Come gemme perdute le nascenti costellazioni scintillavano mute e preziose sul calmo e piatto mare Flegeese, in un cielo intriso di misteri e paure.
La non lontana jungla echeggiava con i versi confusi dei suoi uccelli notturni ed il brontolio di tigri affamate ed in cerca di prede.
Il palazzo era straordinariamente grande, al punto che le sue dimensioni e proporzioni sembravano testimoniare sulla Terra la perfezione Celeste che domina su ogni uomo e donna.
Dalle mura bianche, le torri circolari e svettanti, le guglie dorate e preziose, la dimora degli antichi sovrani di queste terre, ora resi poco più che folklore dal dominio Afragolignonese, si apprestava ad accogliere i suoi ospiti.
Gwen e suo zio furono così condotti in un'ampia sale di puro lusso e sfarzo, dove gli altri invitati erano già giunti.
Danzatrici con i vestiti tipici intrattenevano i presenti, in attesa che il maharaja arrivasse.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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